Le vertenze dell’isola si moltiplicano: sempre più precari fra licenziamenti e cassintegrati
Desirè Manca: «Nel Sulcis la situazione è drammatica. Al fianco dei lavoratori. Investito mezzo miliardo di euro»
Sassari C’è l’imbarazzo della scelta, purtroppo. Le vertenze dei lavoratori nell’isola si moltiplicano, dalla voragine nell’area del Sulcis («la situazione più drammatica») ai tavoli-lampo. Desiré Manca pensa per esempio al caso-Calzedonia, con dodici lavoratrici licenziate e poi riassunte nel giro di due mesi («una grande vittoria»). Su criticità e investimenti, ci tiene a precisare, gli sforzi e le risorse, quasi 500 milioni di euro, «sono regionali». Manca il governo non lo accusa: lo snobba. «Il dialogo? Cordiale». E sembra dire: inesistente, convenevoli a parte.
Sulcis L’isola dei dati confortanti sulla crescita del lavoro (+1,2% di occupati in un anno e mezzo dall’insediamento della giunta Todde) deve fare i conti con chi il lavoro in questi anni ce l’aveva e adesso un giorno si sveglia col rischio della cassa integrazione e il giorno dopo con quello del licenziamento diretto. Gli interrogativi attorno a Eurallumina, Portovesme e Sider Alloys, ma anche i nodi di Enel e del progetto Aria. «È un territorio già martoriato, per il quale c’è l’attenzione di tutta la politica regionale, presidente in primis. L’assessore Cani si sta occupando del piano industriale e del rilancio dell’area, il mio compito – spiega l’assessora regionale al Lavoro – è tutelare il più possibile i lavoratori, dove c’è un quadro di cassa integrazione ordinaria e straordinaria che la Regione segue insieme al governo. Però lì l’obiettivo è rilanciare il territorio».
Non è acqua passata Una delle vertenze che fanno più rumore riguarda la San Martino srl di Codrongianos. Anche gli ultimi lotti di bottiglie di acqua sono scomparsi dai frigoriferi dei bar e dagli scaffali dei supermercati. Da poco tra Regione e sindacati è arrivata la firma all’accordo per tenere a galla diciassette lavoratori mentre il marchio cerca nuova vita. Lo stabilimento è vuoto, ma ha le luci accese. I lavoratori diventeranno tutti manutentori e custodi delle mura. «Le questioni sono due» spiega Manca. Una porta «all’affidamento di una gara pubblica per aziende che saranno interessate alla rinascita di San Martino, ed è competenza della Città metropolitana». L’altra è «l’apertura del cantiere occupazionale creato ad hoc per non lasciare i lavoratori a casa, in attesa del bando per l’affidamento dello stabilimento. Mascia (sindaco di Sassari e della città metropolitana, ndr) ha firmato la delibera, il cantiere partirà tra una decina di giorni». L’assessora fa una pausa e riprende: «Questo atto è stato fatto per pura volontà politica. Avrei potuto non interessarmene, non c’era alcun obbligo da parte della Regione».
Banchi di prova Il mondo che lotta per (tenere) il lavoro conta anche su tavoli di trattative minori, in teoria, ma che riguardano proprio i settori sensibili della crescita dell’isola. Si guardi al commercio. In estate hanno abbassato le serrande i negozi di Intimissimi e Calzedonia al centro commerciale le Vele. «Siamo riusciti a salvare dodici lavoratrici grazie alla proficua collaborazione con i sindacati e la ditta madre, che ha accettato di riassorbire le figure professionali». Nell’abaco, undici sono invece i lavoratori che rischiavano di finire fuori dai giochi dall’Ersu «e invece rientreranno al lavoro» e a tempo indeterminato per i servizi di portierato e vigilanza. «Un altro tavolo chiuso».
Fondi L’investimento sul macrosettore lavorativo, da un anno e mezzo a oggi, arriva quasi «a 500 milioni di euro». Per lo più sostegni alle imprese, dice Desirè Manca, «con misure per incentivare le assunzioni. L’obiettivo – indica – è creare più lavoro stabile. Le ultime delibere arrivano a incentivare fino al 70 per cento del costo del lavoro, la volontà è invogliare a creare opportunità lavorative». Più lavoro, questo è chiaro, ma Manca evidenzia: «Stabile». Nel senso che «ci sono molti contratti part time involontari o semplicemente a tempo determinato, che con le misure che stiamo programmando possono diventare full time e a tempo indeterminato».
Cagliari-Roma Il tema dei temi negli ultimi giorni tra le fila del Movimento 5 Stelle è la proposta di legge per il salario minimo («una nostra battaglia da sempre») che l’assessora appoggia in toto. La soglia dei nove euro l’ora è quel che lei chiama «salario di dignità». Sui rapporti tra Regione e governo, che definire non idilliaci è un eufemismo, Desirè Manca parla tra le righe: «Noi come assessorato ci basiamo molto su risorse nostre, regionali, quindi non c’è un costante rapporto di confronto». Con Roma, dice semplicemente: «Ci sono rapporti istituzionali, cordiali e corretti».
