L’assessore alla Sanità Armando Bartolazzi lascerà la giunta Todde nelle prossime ore
La presidente Alessandra Todde ha deciso che resterà comunque in qualità di esperto all’interno della squadra di governo
Cagliari L’assessore alla Sanità Armando Bartolazzi lascerà il suo incarico nelle prossime ore, al massimo nei primi giorni della prossima settimana. La presidente Todde assumerà l’interim della Sanità e lo terrà per «non meno di sei mesi, forse otto. Armando però rimarrà con noi e lavorerà al progetto di riforma del sistema sanitario con un altro ruolo». Queste le parole di Todde pronunciate, quasi di sfuggita, in coda al vertice politico del Campo Largo. Frasi accolte con silenzio, stupore, sorpresa e dispiacere per il medico romano. I suoi alleati immaginavano il possibile cambio, chiesto con sempre maggiore insistenza dal Pd, che forse non si è stupito più di tanto dell’annuncio.
Mossa coraggiosa La presidente con questa mossa, definita dai suoi stessi alleati «coraggiosa e molto impegnativa», vuole dare il segnale di riportare al centro dell’attività della Regione la Sanità, che del resto assorbe quasi la metà del suo bilancio. È un modo anche per addolcire la pillola dell’addio di Bartolazzi che viene sostituito da colei che gli ha dato le deleghe e non da un altro assessore. Come poi si concretizzi la gestione dell’assessorato da parte della presidente, lo si vedrà nelle prossime settimane, con la scelta dei suoi collaboratori diretti in quegli uffici.
Arriva Agus Ha avuto invece una comunicazione pubblica, al termine della riunione dei segretari del Campo Largo. «Confermo il cambio di assessore all’Agricoltura e l’avvicendamento di Gianfranco (Satta, ndr) con Francesco Agus. Ovviamente non mi appassiona fare anche l’assessore all’agricoltura. Credo che Francesco debba prendersi questo carico il più presto possibile. Chiaramente i tempi che abbiamo definito oggi saranno condivisi con la coalizione perché c’è una finanziaria. Ma non solo sulle nomine si è discusso ieri per oltre tre ore a Villa Devoto tra Todde e tutti i segretari dei partiti del Campo Largo. Questo tempo non è servito a sciogliere le tensioni e i problemi accumulati per mesi e diventati palesi nelle ultime settimane in maggioranza. Presenti Silvio Lai (Pd), Ettore Licheri (M5S), Massimo Zedda (Progressisti), Paola Casula (Sinistra futura), Antonio Piu (Avs), Franco Cuccureddu (Orizzonte Comune), Valdo Di Nolfo (Uniti per Todde), Franciscu Sedda (A Innantis) e una delegazione di Demos, il confronto è stato a più voci, con diversi “giri” di pareri e per nulla monotono. Ambienti vicini alla presidente hanno definito il clima «sereno» e il confronto «articolato». La presidente avrebbe governato da par suo la riunione che «è andata bene, anche se non era partita nel migliore dei modi». Così è stato descritto il lungo vertice, sottolineando poi come il segretario del Pd Silvio Lai fosse stato “messo sotto accusa” dai colleghi per voler fare la “primadonna” in maggioranza, per sua natura a più voci. Una indiscrezione che non ha trovato alcuna conferma ma solo ilarità da parte degli altri partecipanti al vertice.
Egas posizioni distanti Come era prevedibile il voto nel Comitato di Egas a favore del sindaco di Calangianus Fabio Albieri mercoledì, espresso dai sindaci del centrodestra e dalla presidente Todde è stato al centro di un acceso confronto. La presidente ha dichiarato che quella elezione fosse valida, citando (ma non mostrandolo, a richiesta di Lai) un parere che l’Avvocato dello Stato Massimo Tenaglia avrebbe espresso proprio a sostegno della validità del voto (5 voti su 11 aventi diritto) a favore di Albieri. Il confronto sul tema tra la Todde e parti della maggioranza non ha portato a una soluzione chiara e condivisa. La presidente è partita con la proposta di istituire una “staffetta” per Albieri (dirigente provinciale di Sardegna al Centro 20Venti), da sostituire tra un anno e mezzo a metà del suo mandato. Ipotesi respinta. Si è poi passati a una ipotesi che vede Albieri in carica (ma ciò potrà avvenire solo a decreto di elezione firmato) con sue dichiarazioni alla prima riunione del Comitato di volersi fare da parte al completamento (tra tre o quattro mesi) dell’operazione societaria che riguarda Abbanoa, e aprendo così la strada a una nomina condivisa e forse unanime di un nuovo presidente di Egas. Il Pd sarebbe apparso irremovibile dalle sue posizioni iniziali: no ad Albieri, accettando solo qualche giorno in più affinché si trovi una soluzione condivisa. «Se la presidente sosterrà ancora Albieri si apre un problema politico», filtra dal Pd. L’impressione è che i Dem stiano indicando il dossier Egas pensando anche a quello più corposo dei manager della sanità. Il termine ultimo per trovare una soluzione condivisa è l’11 dicembre, il giorno prima della assemblea convocata dal Cda sull’ipotesi di restituzione di capitale alle Regione. «Dobbiamo dare ai sindaci la possibilità di esprimersi in serena unità su Egas. Su un tema importante come la gestione della risorsa idrica dobbiamo superare divergenze e divisioni che ci sono e lavorare tutti insieme. Ai sardi non interessano queste discussioni», ha poi detto la presidente all’uscita del vertice.
