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Sassari, minacce e insulti alle coinquiline: chiesti tre anni per Claudio Dettori

di Nadia Cossu
Sassari, minacce e insulti alle coinquiline: chiesti tre anni per Claudio Dettori

Il 27enne è stato già condannato all’ergastolo per l’omicidio del barista sassarese Antonio Fara nel 2021

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Sassari Una condanna a tre anni per le minacce di morte e gli insulti che il 27enne Claudio Dettori – già condannato in via definitiva all’ergastolo per l’omicidio del barista sassarese Antonio Fara (nel 2021) – avrebbe rivolto tra novembre e dicembre del 2018 a tre ragazze con le quali aveva convissuto in un appartamento di via Nizza. Tre studentesse che da un giorno all’altro si erano trovate quel ragazzo particolarmente irrequieto come coinquilino, ospitato da un altro giovane che condivideva l’appartamento con loro.

Le tre ragazze – che in aula tra le lacrime avevano raccontato quel periodo infernale – a un certo punto erano state costrette a lasciare la casa per la costante paura che potesse accader loro qualcosa di terribile. Ieri mattina, 11 marzo, la richiesta di condanna del pubblico ministero Antonio Piras nel processo che si sta celebrando davanti al giudice Monia Adami. La discussione dell’avvocato difensore Giuseppe Onorato è stata invece rinviata al 13 maggio. A seguire la sentenza.

Le accuse a carico di Dettori sono state ripercorse dal pubblico ministero nella discussione. Piras ha ricordato come le tre studentesse avessero il terrore di rimanere sole in casa con lui e per questo si chiudevano a chiave nelle proprie camere per paura di essere aggredite. C’erano le minacce sistematiche che l’imputato avrebbe rivolto alle tre coinquiline con espressioni quali: “Ti rovino, non sai con chi stai parlando”, “ti faccio mangiare la me**a e il detersivo”, “stanotte mentre dormi ti rovescio un secchio di acqua bollente sulla testa, ti stacco la testa, ci piscio sopra”, “ti ammazzo, sostanze chimiche ne conosco, state attente, ve lo ritroverete nelle cose da mangiare”. Oltre a vari insulti personali ed epiteti offensivi.

Il 27enne avrebbe fatto anche di più, secondo l’accusa. Avrebbe cioè cosparso di rifiuti e urina gli ambienti comuni dell’appartamento, contaminando il cibo e le bevande delle coinquiline con cenere e altre sostanze. E mettendo in atto una serie di fastidiosi e inquietanti dispetti, come ad esempio interrompere il flusso dell’acqua mentre si trovavano sotto la doccia. Comportamenti che di fatto – scriveva il pubblico ministero – «imponevano alle persone offese un clima di costante sopraffazione rendendo loro invivibile la convivenza con lo stesso (Dettori ndc), tanto da costringerle a evitare di rimanere da sole in casa con lui, a sincerarsi dell’integrità del cibo, a chiudersi a chiave nelle proprie camere per paura di essere aggredite o ad abbandonare l’immobile». Le tre, che non si sono costituite parti civili, avevano chiamato i carabinieri e avevano anche consegnato il cibo che a loro dire era stato contaminato.

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