La Nuova Sardegna

Sassari

L’allarme

In pista con il coltello, l’ex pugile Erittu: «Parlate di più coi vostri figli»

di Luca Fiori
In pista con il coltello, l’ex pugile Erittu: «Parlate di più coi vostri figli»

L’appello dell’istruttore ai genitori: «Meno smartphone e più palestra». Nel 2025 già 34 sequestri in provincia: la maggior parte a ragazzini

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Sassari Trentaquattro persone fermate dai carabinieri con un coltello in tasca in provincia di Sassari nei primi quattro mesi dell’anno, ben 19 delle quali di età inferiore a 30 anni e alcune di queste addirittura minorenni. Gran parte dei sequestri sono stati effettuati dagli uomini dell’Arma nei presi dei locali della “movida” notturna, dove ormai è normale presentarsi con la t shirt e le scarpe alla moda e con in tasca un coltello a serramanico.

Anche nel nord Sardegna, come nel resto dell’isola e della penisola, è sempre più diffusa tra i giovanissimi l’abitudine a girare con una lama, come se fosse la cosa più normale del mondo. Per questo motivo la Legione carabinieri Sardegna ha avviato la campagna “Un coltello non ti protegge”, per sensibilizzare i giovani, con incontri mirati nelle scuole. «Una lama in tasca - spiegano dal comando provinciale di Sassari - non rende forti ma aumenta soltanto la probabilità che un litigio degeneri, moltiplicando i rischi in quanto, in un attimo di rabbia, possono essere distrutti due destini, quello di chi subisce il colpo e quello di chi lo ha inferto».

Ne sa qualcosa Salvatore Erittu, per tre volte campione italiano dei pesi massimi leggeri di pugilato e ora istruttore di boxe e testimonial - sempre in prima linea - per la lotta al bullismo e alla violenza tra i giovani. Per oltre vent’anni Erittu ha lavorato anche nel mondo dei locali notturni, come addetto alla sicurezza e in un’occasione ricevette lui stesso una coltellata a una gamba. «Mi ritrovai con il pantalone sporco di sangue – spiega Erittu – e una ferita al quadricipite, ma fortunatamente mi andò bene. Le cose rispetto a una ventina di anni fa – spiega l’istruttore di pugilato – sono cambiate in peggio. Le scazzottate in discoteca ci sono sempre state – spiega Erittu – ma oggi moltissimi dei ragazzi, anche giovanissimi, girano con il coltello in tasca e durante una litigata purtroppo spesso lo tirano fuori, con conseguenze che possono essere devastanti. I giovani di oggi, rispetto a quelli di qualche anno fa sono abituati sin da bambini a vedere la violenza come un fatto normale. La colpa – aggiunge l’istruttore di pugilato – è soprattutto di noi genitori, che mettiamo nella mani di un bambino di 5 o 6 anni uno smartphone nel quale, senza controllo, vedono immagini di tutti i tipi, comprese quelle di violenza. Ci vuole più attenzione da parte nostra – aggiunge Erittu – perché crescendo la violenza poi diventa la regola. Il ruolo della scuola è importante – aggiunge – ma noi come genitori e come educatori non possiamo sottrarci a fornire ai nostri ragazzi esempi positivi e proporre loro sin da bambini un ambiente sano e costruttivo come la palestra e il mondo dello sport in alternativa alla apatia e ai pericoli dello smartphone che crea danni a lungo andare devastanti. Parlate con i vostri figli – prosegue Erittu – spiegate loro che la violenza è sempre la risposta sbagliata. Chi usa un coltello e attacca è una persona incerta che ha paura – conclude Erittu – bisogna lavorare per creare nei giovani una coscienza e un rispetto per la vita propria e quella altrui».

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