Il successore dell’arcivescovo Gian Franco Saba: ecco date e toto-nomi
Partito il conto alla rovescia per il giorno della nomina
Sassari É partito il conto alla rovescia dei giorni che separano dalla nomina del successore di monsignor Gianfranco Saba alla guida della diocesi. Quindi toto vescovo abbastanza giocato tra seminari, parrocchie e gruppi cattolici.
I più ottimisti ritengono che il nome del 49.mo arcivescovo della Chiesa turritana potrebbe arrivare entro luglio, al massimo prima di ferragosto e della discesa dei candelieri. I più realisti spostano la data a settembre quando dicasteri della Santa Sede e la Nunziatura apostolica in Italia riprenderanno a girare a pieno regime.
«Decida Roma quando ritiene opportuno farcelo sapere, noi andiamo avanti tranquillamente con l’amministratore diocesano mons. Antonio Tamponi», dicono alcuni preti per niente preoccupati della transizione tra il “vecchio” e il nuovo arcivescovo.
La diocesi affidata a un amministratore diocesano è un segno inequivocabile della volontà del Papa di designare in tempi brevi il nuovo ordinario. L’amministratore - una sorta di commissario prefettizio in stile ecclesiale - secondo le regole canoniche ha «la stessa potestà del vescovo, escluso ciò che non gli compete o per la natura della cosa o per il diritto stesso». Una lunga «vacatio» avrebbe richiesto la nomina di un “amministratore apostolico”, cioè un presule con i più ampi poteri. Come il cardinale Arrigo Miglio dal 2022 al 2024 al vertice della diocesi di Iglesias in attesa del titolare individuato in don Mario Farci, preside della Pontificia Facoltà Teologica della Sardegna.
Il toto nome sul successore di monsignor Saba, iniziato subito dopo il suo passaggio all’Ordinariato militare, prosegue tra il clero, condizionato da due variabili: il nuovo arcivescovo sarà sardo o “continentale”, di fresca nomina o con esperienza episcopale?
Un vescovo appena eletto ha quattro mesi di tempo per fare l’ingresso nella cattedrale di san Nicola: quindi il nuovo inquilino di via Arcivescovado numero 1 non prima di ottobre/novembre, se non addirittura prima di Natale. Un vescovo trasferito da un’altra diocesi sarda colma il vuoto in una Chiesa, ma ne crea un altro, in genere in una più piccola. In questo caso trasferimento obbligato entro 60 giorni per mettersi sotto la protezione dei Santi Gavino, Proto e Gianuario e al lavoro in una realtà ecclesiale come quella di Sassari ricca di stimoli e di vantaggi organizzativi: 24 parrocchie urbane e 36 extraurbane facilmente raggiungibili; 92 sacerdoti secolari e 43 regolari, 3 diaconi permanenti, 8 istituti culturali, 7 ordini religiosi maschili e 13 congregazioni di suore. Dietro l’angolo anche il rischio, non certo peregrino, di un nuovo accorpamento di due diocesi “in persona episcopi”.