«Ti brucio viva»: il pm chiede 3 anni di carcere
La vittima veniva perseguitata e minacciata di morte: sollecitata la condanna di un 50enne di Sassari
Sassari Ha ripercorso, nella requisitoria, le gravi minacce di morte e gli atti persecutori che Alessandro Marini, 50enne, avrebbe messo in atto nei confronti dell’allora fidanzata (più giovane di lui di 27 anni, parte civile nel processo con l’avvocato Rossella Pinna).
Condotte per le quali il pubblico ministero Maria Paola Asara ha chiesto nei confronti dell’imputato la condanna a tre anni di carcere. Le certezze della Procura non sono state affatto scalfite dalle dichiarazioni spontanee rese in aula da Marini (difeso dall’avvocato Giuseppe Nicola Murineddu) che ha tentato di respingere le accuse a suo carico. Racconti poco credibili, per la pm, che ha ricostruito una relazione contraddistinta dalla “ossessionante gelosia” dell’imputato che avrebbe più volte “pedinato e insultato verbalmente la persona offesa, diffamandola in alcuni bar” del paese, nell’hinterland di Sassari.
A febbraio del 2022, è scritto nel capo di imputazione, l’imputato si sarebbe «presentato a casa della vittima e, nel corso di un colloquio con sua madre, le avrebbe riferito che lui “stava proteggendo” la ragazza “da comportamenti poco corretti” e che se la giovane non avesse cambiato atteggiamento nei suoi confronti “sarebbe stato costretto a parlare con il padre per portarlo a conoscenza di tutto”, minacciando così di importunare un uomo gravato da seri problemi di salute e in attesa di trapianto».
Due mesi dopo, Marini avrebbe inseguito in auto la 23enne sulla Alghero-Sassari «cercando di tamponarla, affiancandola e cercando di farla accostare e ponendo in essere altre simili manovre pericolose, costringendo la giovane a chiedere aiuto alla madre». L’imputato un giorno, a relazione ormai conclusa, si era anche presentato nel giardino della facoltà universitaria frequentata dalla persona offesa “aggredendola verbalmente e accusandola di essere una poco di buono davanti ai compagni di corso”. Un anno dopo, un altro inseguimento in macchina vicino a casa della giovane. Anche in questo caso “tamponandola, danneggiando il veicolo e urlandole contro “ti brucio viva”, “ti ammazzo” e scagliando degli oggetti contro la sua vettura».
Minacce che le aveva fatto arrivare anche attraverso un cugino: «La voglio ammazzare, io le voglio far saltare la macchina, ma con lei dentro però...». Marini era stato anche arrestato. In una precedente udienza, a maggio, una teste a difesa ha inoltre riferito che, a seguito della fine della relazione con l’imputato, anche lei sarebbe stata vittima di minacce e molestie da parte dell’uomo, e aveva detto testualmente di «aver avuto paura di lui». Il giudice Valentina Nuvoli ha rinviato a settembre per le discussioni dei legali di parte civile e del difensore. Intanto ieri alla giovane è stata comunicata in questura la revoca dell’obbligo di dimora per Marini. Permane, però, il braccialetto elettronico con divieto di avvicinamento alla 23enne. (na.co.)