«Se ti vedo ti sfondo il cranio», 54enne a giudizio per minacce alla ex compagna
Sassari, l’uomo è accusato anche di molestie: avrebbe tempestato la donna di messaggi vocali intimidatori e offensivi
Sassari In un messaggio vocale era stato molto esplicito: «Io non ti voglio vedere perché se ti vedo ti sfondo il cranio, hai capito?». E lei, una donna sassarese di 48 anni, aveva capito talmente bene il senso e la pericolosità di quelle parole da convincersi che non poteva più stare a guardare. E ha denunciato quell’uomo, padre di suo figlio.
È finito a processo per minacce e molestie un 54enne di Sassari che nel 2024 avrebbe reso impossibile, con il suo atteggiamento aggressivo e minaccioso, la vita alla ex compagna e alla figlia di lei. A un certo punto, quando era stato allontanato di casa dalla donna, aveva iniziato a molestarla inviandole una lunghissima serie di messaggi vocali dal contenuto minaccioso e offensivo. Frasi malauguranti, epiteti volgari, bestemmie. In preda al panico e sentendo di dover proteggere se stessa e la sua famiglia aveva deciso di rivolgersi alle forze dell’ordine e raccontare quello che accadeva tra le mura domestiche, soprattutto quando il compagno rientrava a casa ubriaco.
A conclusione delle indagini, coordinate dal sostituto procuratore Ermanno Cattaneo, nei confronti dell’uomo è stato emesso il decreto di citazione a giudizio e ieri mattina si è aperto il processo nei suoi confronti davanti alla giudice Caterina Serra. Il 54enne è difeso dall’avvocato Daniele Ladu mentre la 48enne si è costituita parte civile con l’avvocato Bianca Mannironi.
Le accuse nei confronti dell’imputato sono pesanti e le frasi contenute nei messaggi audio danno la misura del clima di paura vissuto dalla persona offesa. Nel fascicolo del dibattimento sono stati acquisiti anche i verbali di precedenti interventi fatti dalle forze dell’ordine per liti in famiglia risalenti al 2019 e anche al 2021. A testimonianza del fatto che quanto accaduto lo scorso anno non è stato che il culmine di un rapporto deterioratosi già da tempo.
«Fai ascoltare tutto a chi vuoi – le diceva in alcuni dei vocali inviati – perché io non ho più paura di niente. Tu e tua figlia siete due bastarde. Ti si rivolterà la vita contro. Sei una mer.. Qualunque denuncia e qualunque cosa volete fare non me ne fotte un ca...». Ora sarà il processo a stabilire verità e responsabilità.
