Sassari, addio al docente e ingegnere Luigi Scotti
Progettista e costruttore di barche, era uno dei massimi esperti in Italia e nel mondo. La vela latina la passione della vita
Sassari L’ingegnere. O il professore. Due titoli che dipendevano dal fatto che si parlasse di barche o di matematica, in entrambi in campi era il migliore. E non era certo lui a dirlo perché Luigi Scotti è sempre stato un umile protagonista, riservato ma sempre disponibile, schivo e animato da una naturale modestia: amava il mare e la vela latina, le barche che progettava e costruiva. E ha insegnato ai ragazzi e alle ragazze del liceo Spano, quello era il suo dovere.
Luigi Scotti è venuto a mancare domenica sera all’età di 67 anni. Era uno dei massimi esperti in Italia e nel mondo delle barche armate a vela latina. Nato a Roma da genitori sassaresi, si era laureato a Genova in ingegneria navale; dopo la laurea aveva lavorato sin da subito per la Fincantieri di Riva Trigoso ma, dopo alcuni anni, aveva lasciato quel ben remunerato e prestigioso incarico per trasferirsi definitivamente a Sassari, scegliendo di insegnare matematica alle scuole superiori.
«Troppo forte per lui il richiamo della Sardegna – racconta Antonio Mannu, fotografo e amico di Luigi Scotti – , in particolare di Stintino e delle acque chiare e turchesi della Pelosa, luoghi dove trascorreva, sin da bambino, il tempo delle vacanze estive. Sui gozzi e sulle lance a vela latina c'era cresciuto, maturando una passione sconfinata per quelle barche e per quell'armo velico, che ha contribuito, forse come nessun altro, a mantenere vivo e in salute».
«Col Salvatore Padre, la lancia di famiglia, costruita nel 1926 proprio a Stintino – prosegue Mannu – , ha partecipato alle prime edizioni delle regate a vela latina, che hanno determinato la rinascita e la popolarità dell'antica attrezzatura, prima in Sardegna e poi in tutto il Mediterraneo, rendendo popolare Stintino tra gli appassionati delle barche di tradizione».
«Luigi Scotti ha il grande merito di aver portato la vela latina a un livello mai raggiunto in precedenza, aiutando tutti, grazie alla sua competenza, a migliorare le barche, impegnandosi per superare i dissapori e le controversie che hanno occasionalmente diviso il delicato mondo della vela latina. A lui stavano a cuore la tutela e la conservazione del patrimonio, quelle barche che amava. Lascia un grande vuoto tra chi gli ha voluto bene e tra gli appassionati della vela latina», conclude Mannu.
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