Edoardo ed Elia: studenti calciatori con il mito di Riva
Due atleti alunni del Liceo De Sanctis Deledda si raccontano: dal Veneto alla Sardegna per inseguire la grande passione
Un altro anno è trascorso senza il nostro campione Gigi Riva. Molto si è parlato di lui, la sua presenza è ancora viva tra le strade di Cagliari e nei club delle tifoserie, gli sono stati dedicati tantissimi libri e persino dei film. Noi vogliamo ricordare Rombo di tuono a pochi giorni dal suo compleanno (avrebbe compiuto 81 anni il 7 novembre) dando voce a due eccellenze delle Giovanili del Cagliari Calcio che giocano nella squadra Under 16 nazionale: i nostri compagni di scuola Elia Barella (2F, di Rovigo) ed Edoardo Biondo (2G, di Treviso). Due ragazzi che per amore degli ideali sportivi e per inseguire il sogno di diventare calciatori, riescono a studiare con grandi risultati, a superare la nostalgia di casa. Non solo: sono ragazzi di grande socialità, allegria e simpatia. Noi li abbiamo intervistati per capire come si svolga la loro quotidianità e abbiano imparato quanto i sogni, la disciplina e la volontà possano aiutarci a raggiungere anche il risultato più difficile! Innanzitutto benvenuti in Sardegna e nella nostra scuola, ragazzi! Come state gestendo la lontananza da casa? Quali sono le differenze principali che avete riscontrato tra la nostra isola e il Veneto?
Edoardo: «Io la lontananza da casa l'ho sentita un po', diciamo soprattutto nel primo periodo, perché l'ambiente qui è un po' diverso rispetto a casa mia, però mi sono trovato bene fin da subito, soprattutto per l’ospitalità. In cosa è diverso? Allora, anche sulla gestione delle cose, la routine e le persone. Ad esempio qui ho notato che la gente ha delle abitudini un po' più lente, magari più tranquille, invece da me sono molto più affrettate, quasi ansiose, diciamo». Elia: «Io sono arrivato qui ad agosto, però non essendo il mio primo anno fuori casa l'ho sentita meno dell'anno scorso quando ero il primo......» Quando sono arrivato ho trovato un bel gruppo consolidato, mi hanno accolto calorosamente anche a scuola. Le differenze col Veneto ci sono, soprattutto il clima, che è migliore qui. Poi la routine, come diceva Edo, è meno ferrea, più rilassata».
Come vi sta aiutando la scuola a raggiungere il vostro sogno?
Edoardo: «Fin dal primo giorno in cui sono entrato in questa scuola i professori e le mie compagnie mi hanno fatto sentire importante, mi hanno rivolto tante domande, si sono sinceramente appassionati al mio percorso, mi sono sentito davvero accolto umanamente. Ci possono essere alti e bassi, ma loro sono sempre i miei primi tifosi, mi supportano, mi incoraggiano». Elia: «I compagni e i professori ci consolano se magari la partita va male, ci sostengono. Inoltre la scuola ci tutela con un piano personalizzato per studenti atleti, che si chiama PFI. Aiuta tantissimo noi sportivi subito dopo le trasferte, evitando di fissare verifiche proprio in quei giorni, per noi prendiamo l’aereo la domenica ed è difficile talvolta riuscire a ripassare. Anche le assenze per motivi sportivi sono giustificate».
Per la società calcistica è importante il profitto scolastico? Edoardo: «Un calciatore non può essere più solo uno bravo con i piedi perché ormai qualsiasi società, soprattutto professionistica, esige che i calciatori siano bravi dentro e fuori dal campo, quindi a scuola e nell'essere rispettosi con qualsiasi persona che si incontra. Infatti il nostro direttore ci dice che noi siamo giocatori del Cagliari fuori e dentro». Elia: «Scuola e squadra sono fortemente legate, perché, molto spesso, se un ragazzo va male fuori dal campo molto spesso le conseguenze si riflettono sul gioco. Le nostre pagelle sono controllate dal tutor che poi le gira ai direttori e alla società. Noi risiediamo al convitto dove troviamo dei tutor che ci affiancano nello studio. La società ci segue anche fuori dal campo».
Se uno di voi dovesse perdere motivazione nello studio cosa potrebbe accadere?
Edoardo: «In passato ho avuto un compagno di squadra molto bravo nel gioco, era titolare ma aveva cento assenze, per questo motivo gli anno rescisso il contratto e non lo hanno riconfermato». Elia: «Questo vale anche per il comportamento: anche se sei uno studente capace, anche se hai un buon profitto scolastico ma poi ti comporti male, la società ne prende atto».
Qual è per voi la cosa più bella della Sardegna? Edoardo: «Sicuramente il mare!» Elia: «Il clima in generale. Sono davvero pochissimi i giorni in cui non splende il sole. Ogni volta che mi alleno penso a quanto il clima del Veneto rendesse più duri gli allenamenti».
La cosa più bella della nostra scuola? Edoardo: «Le mie compagne». Elia: «Direi anche i prof».
Chi è per voi il nostro Gigi Riva? Edoardo: «Un ragazzo come noi che ha lasciato il Nord Italia per inseguire il suo sogno. Ha portato una piccola squadra come il Cagliari a raggiungere le vette più alte. È un punto di riferimento, quando senti di una leggenda simile vorresti solo ereditare la sua storia». Elia: «Riuscire a diventare il simbolo di una terra e poi di una nazione intera con il proprio talento è davvero il sogno più grande».
Rifareste la scelta di giocare nel Cagliari? Edoardo: «Assolutamente sì. Potevo scegliere altre due squadre in serie A, il Verona e il Sassuolo, ma per il secondo anno ho scelto il Cagliari». Elia: «Anch’io ho avuto altre due opzioni, ma una volta arrivato a Cagliari ho capito di aver fatto la scelta giusta».
*Sara Mascia ed Elisabetta Vacca frequentano il Liceo De Sanctis Deledda a Cagliari
