La Nuova Sardegna

L’intervista-Mamme Magazine

Vittorio Feltri, nonno particolare: «Non chiedetemi baci ma faccio tanti regali»

di Emilio Piervincenzi
Vittorio Feltri, nonno particolare: «Non chiedetemi baci ma faccio tanti regali»

Il giornalista e il suo rapporto con i cinque nipoti: «Non sono tipo da smancerie E non do consigli di vita. L’ultimo dono? Una casa a Roma...»

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Buonasera Feltri, dicono che lei sia un nonno un po’ assente. E’ così?

«Più che assente, arriverei a definirmi un nonno scocciato. Sa, essendomi sposato giovane con la mia prima moglie si può dire che i nipoti li ho avuti troppo presto per occuparmene. Lavoravo tanto nei vari giornali che ho diretto ed ero molto impegnato. E comunque non ho mai interpretato il ruolo del nonno come quello del vecchio saggio che sbaciucchia i nipoti e dà loro consigli preziosi. E ora che sono vecchio li vedo soprattutto come una grande seccatura».

Dunque possiamo mettere da parte il cliché del nonno italiano, tutto abbracci e consigli. Vittorio Feltri mette in pratica, nell’intervista che state per leggere, la descrizione dell’anti-nonno. Niente baci e nessuna carezza, nessuna preoccupazione per il futuro e nessuna indicazione di stili di vita o di convinzioni sociali o politiche. E sì che nonno Vittorio ne avrebbe di storie da raccontare al nipotino prima di andare a letto. Ma lui no, Feltri si limita, almeno a suo dire, a “fare regali”. Sorprende questa singolare e perfino bizzarra “freddezza” verso il sangue del tuo sangue? Forse nella maggioranza delle persone sì, ma non se questa persona si chiama Vittorio Feltri. Giornalista di razza, urticante, che da decenni con i suoi articoli fa scatenare l’indignazione per le sue prese di posizione molto forti e provocatorie( come quando sostenne che “i ciclisti mi piacciono solo quando vengono investiti”), anche affrontando il tema nonno-nipoti l’82enne Vittorio Feltri da Bergamo riesce sempre a spiazzarti.

Dunque, direttore, inoltriamoci in questa fredda e arida vita da nonno. Quanti nipoti ha? «Beh, vediamo. Ci devo pensare bene perché tendo a dimenticare. Dunque uno, due ah sì, cinque. Cinque nipoti».

E come si è comportato con loro in questi anni?

«Faccio regali ed evito smancerie o peggio ancora consigli di vita. Questa storia del nido, della cuccia da mantenere calda e confortevole a mio parere è uno sbaglio. Loro non devono rompere le p.... a me io non devo rompere le p… a loro. Chiaro?»

Ha un nipote attore, Giulio, figlio di suo figlio Mattia Feltri il giornalista.

«Sì, dicono che sia anche bravo. Io non l’ho ancora visto recitare».

Ma non ha mai giocato con loro quando erano più piccoli?

«Sì, certo. Ci giocavo e ci chiacchieravo, ma non sono mai intervenuto sulla loro formazione. Non amo pensare alla figura del nonno come a quella di un bambinaio, o di un educatore aggiunto, anche se capisco che, soprattutto oggi, senza nonni per i giovani che lavorano si farebbe assai dura. Piuttosto almeno per quel che mi riguarda credo che si debba essere generosi con i propri nipoti. E io lo sono».

A questo punto bisogna fare chiarezza. Feltri ha avuto quattro figli da due mogli. Saba e Laura Feltri gemelle, nate dal primo matrimonio con Maria Luisa che morì poco dopo il parto. Mattia e Fiorenza nate dal secondo matrimonio con Enoe Bonfanti, matrimonio che dura da cinquantasette anni. Un bel “famiglione” di quelli di una volta, anche se - precisa Vittorio Feltri - “non ci vediamo praticamente mai”.

Ad eccezione delle feste comandate, spero…

«Intanto diciamo che per me esiste solo una festa comandata e diciamo pure che è un’altra grande rottura di scatole. Il 24 dicembre ci vediamo tutti a casa mia a Bergamo, figli e nipoti. Si fanno le solite cose, noiosissime, come i regalini e l’albero di Natale, un piccolo presepe…»

Ma ci sarà una cosa che le piace di questa numerosa famiglia?

«Beh, nell’occasione a parte il mangiare che per me ormai è una roba impossibile sono le chiacchiere. Sì, mi piace molto quando si comincia a parlare del più e del meno, è come stappare una bottiglia di champagne, viene fuori tutto ed ha sempre un bel profumo. Siamo in 17 ed è un bel casino».

Un giornalista, Mattia; una farmacista, Fiorenza; una imprenditrice nel ramo immobiliare, Laura; una impiegata alla Telecom, Saba: quattro figli così diversi l’uno dall’altro.

«Sì, vero. Ed è una cosa che mi piace. Non ho mai spinto un figlio in una direzione piuttosto che in un’altra seguendo i miei desideri. Ed è quello che le dicevo all’inizio, parlando dei nipoti. Ascolto, chiacchiero, ma non prendo iniziative».

Ho la curiosità di chiederle che orientamento politico hanno i suoi nipoti.

«Non sono comunisti, se è questo che sperava… sono comunque dei moderati. Ma fondamentalmente della politica non gliene frega niente. Giustamente».

L’ultimo regalo che ha fatto ad un nipote?

«Ho comprato una casa a Roma. Il ragazzo, figlio di una mia figlia, è voluto andare nella capitale a fare l’Università e io l’ho voluto aiutare».

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