Il cinema compie 130 anni, la Sardegna protagonista: dalle prime riprese ai grandi kolossal
Dalle prime riprese del 1899 ai grandi set internazionali: l’isola attraversa tutta la storia del cinema
E dire che i suoi stessi creatori, almeno seconda una diffusa leggenda, lo avevano definito «un’invenzione senza futuro». Invece il cinema da allora non ha mai smesso di evolversi e oggi festeggia 130 anni. Era il 28 dicembre 1895 quando i fratelli Auguste e Louis Lumière organizzavano a Parigi, con l’aiuto del padre Antoine, il primo spettacolo pubblico della loro recente invenzione: il cinematografo. A inaugurare la proiezione una sfilata di operaie e operai che escono dalla loro fabbrica a Lione. Le prime immagini in movimento, meno di cinquanta secondi, che danno ufficialmente il via alla storia del cinema.
Per vedere protagonista la Sardegna bisogna aspettare pochi anni, il 1899. Cinque brevi filmati, a cura di Francesco Felicetti per conto dei Lumière, documentano la visita ufficiale nell’isola da parte del re Umberto I e di sua moglie. I primi due, girati nella baia di Cagliari, riprendono la corazzata “Brennus” e le manovre delle navi italiane “Sardegna” e “Sicilia”. Il terzo il passaggio dei reali alla miniera di Monteponi a Iglesias mentre gli altri due, con riprese a Sassari, l’inaugurazione del monumento a Vittorio Emanuele II in piazza d’Italia e la Cavalcata sarda per omaggiare il re.
Nei primi del Novecento l’isola appare poi in piccoli documentari che nei limiti dell’epoca provano a raccontare usi e costumi, arcaicità e spinta alla modernizzazione. Per i film a soggetto è necessario aspettare un po’ e una tappa importante è segnata sicuramente da “Cainà. L’isola e il continente”, diretto da Gennaro Righelli nel 1922 e girato in varie parti della Gallura. Dopo il ventennio fascista, periodo buio per l’Italia anche dal punto di vista cinematografico, il cinema si riaffaccia in Sardegna con risultati interessanti alla fine degli anni Quaranta quando il cagliaritano Mario Sequi gira ad Aggius “Altura” con protagonista un divo dell’epoca come Massimo Girotti. Del 1954 è invece “Proibito” di Mario Monicelli, con interpreti Amedeo Nazzari e Lea Massari, con molte scene ambientate a Tissi e immagini anche della basilica di Saccargia.
È negli anni Sessanta però che la Sardegna entra pienamente nella storia del cinema, attirando numerose produzioni che scelgono l’isola per raccontare storie che la riguardano o semplicemente come set ideale. Un periodo che si apre con “Banditi a Orgosolo”, il capolavoro di Vittorio De Seta premiato come miglior opera prima alla Mostra di Venezia del 1961. Il banditismo diventerà poi un piccolo filone cinematografico, con la realizzazione di diversi film tra i quali “Sequestro di persona” di Gianfranco Mingozzi, con Franco Nero e Charlotte Rampling e riprese soprattutto in Gallura, e “Barbagia - La società del malessere” di Carlo Lizzani, con Terence Hill e Don Backy, girato nel Sassarese.
Ma c’è spazio anche per la commedia con “Una questione d’onore” di Luigi Zampa, protagonista Ugo Tognazzi, il western, con “Giarrettiera Colt” diretto da Gian Rocco e interpretato da Nicoletta Macchiavelli, il grande cinema d’autore con “Il deserto rosso” di Michelangelo Antonioni che sceglie di girare alcuni momenti del film a Budelli. E nello stesso periodo arrivano in Sardegna anche grandi produzioni internazionali, dal kolossal “La Bibbia” di John Huston, girato per la parte riguardante il sacrificio di Isacco sul Monte Corrasi, allo sfortunato “La scogliera dei desideri” di Joseph Losey, con Liz Taylor e Richard Burton protagonisti sul set a Capo Caccia.
Un trend che continua negli anni Settanta, da “Agente 007 - La spia che mi amava” con Roger Moore a “Linea di sangue” con Audrey Hepburn entrambi con parte delle riprese in Costa Smeralda, quando escono anche due tra i film più ricordati quando si parla di cinema e Sardegna: “Padre padrone” dei fratelli Taviani tratto dal libro di Gavino Ledda e vincitore della Palma d’oro a Cannes nel 1977 e “Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto” di Lina Wertmuller, con Giancarlo Giannini e Mariangela Melato naufraghi a Cala Fuili, Capo Comino e Cala Luna.
Meno entusiasmanti, sia a livello produttivo sia di qualità, i due decenni successivi, ma da ricordare come il periodo in cui si affacciano sulla scena i registi sardi Antonello Grimaldi e Gianfranco Cabiddu, mentre nei primi anni Duemila esordiranno al cinema anche Giovanni Columbu, Salvatore Mereu e Peter Marcias. Uno sviluppo della produzione isolana favorita poi dalla legge regionale sul cinema del 2006 e dall’istituzione della Fondazione Sardegna Film Commission nel 2012, a cui fa seguito l’affermazione di nuovi autori isolani e la crescita in modo esponenziale del numero delle produzioni nazionali e internazionali che scelgono di girare in Sardegna. Basta ricordare il recente successo del film di Riccardo Milani “La vita va così”, girato prevalentemente a Teulada, e proiettandosi nel futuro al nuovo capitolo della saga di Star Wars, con riprese lo scorso settembre tra la spiaggia di Li Cossi e Isola Rossa, atteso nelle sale nel 2027.
