“Parco Lallo” verrà demolito: è dedicato a un giovane scomparso
La comunità di La Maddalena si mobilita per salvare l’area verde creata dalla madre e dalla sorella. Ora dovrà essere sgombrata
La Maddalena Questa è la storia del “Parco Lallo”, una piccola e curata area verde, nel quartiere di Moneta. «Abbiamo scelto quel nome in ricordo di mio fratello Roberto - racconta Barbara Mula - perché quando ero piccola lo chiamavo appunto Lallo. Lui amava gli alberi e lì, in quella fascia di terra che aveva liberato dalle sterpaglie, ne aveva messo a dimora alcuni». Ma la vita di Roberto Mula si è spezzata a soli 20 anni, nel 1995, per una malattia incurabile, e la sorella Barbara e la madre Carmela Ricco hanno voluto portare avanti quella che era la grande passione di Lallo creando nel tempo una vera e propria installazione che attira chiunque passi lì davanti: si ammirano piante, fiori, ma anche giocattoli, pupazzi, lavori a uncinetto, vasi, piatti, statuine e luci. Ma ora “Parco Lallo” rischia di scomparire. «Nel 2023 - racconta Barbara - avevamo inviato al Demanio una richiesta di adozione di quell’angolo che abbiamo abbellito e trasformato, ma non abbiamo più saputo nulla. Poi, quest’anno, ci hanno chiesto un’integrazione mentre, nello stesso tempo, qualcuno aveva presentato un esposto affinché liberassimo quell’area. Non riuscivano a crederci. Non solo. A fine ottobre è arrivato ciò non ti aspetti dal Comune: un’ingiunzione di demolizione delle opere abusive. Un provvedimento che ci dà tre mesi di tempo per sgombrare tutto. E ci piange il cuore».
Ma nel momento in cui a Barbara e alla madre è stata manifestata la solidarietà di un’intera comunità ecco che è partito un invito aperto a tutti su una pagina Facebook ((Parco Lallo-azione babelica territoriale). «Così abbiamo chiesto alle persone di prendere un oggetto qualsiasi dal parco, di portarlo con loro e di tenerlo in affido. Con la speranza che, presto, possa ritornare nella sua vera “casa”. Quando Roberto se n’è andato per sempre - continua Barbara -, non avremmo consentito che il suo grande amore per la natura venisse spazzato via. E così prima mia madre e poi io e lei insieme abbiamo iniziato a innaffiare le piante che Lallo aveva messo a dimora. E dal 2011 siamo andati oltre. Volevamo che quelle aiuole brillassero di colori e abbiamo inserito oggetti diversi sempre tenendo il sito pulito e arricchendolo ogni giorno di un piccolo dettaglio. È anche capitato, durante le feste, di decorare un albero di Natale fatto da me con l’uncinetto o di sistemare un grande orso gonfiabile riempendolo di luci e colori. In un momento per noi davvero triste, di fronte a una richiesta di sgombero, c’è la gioia di vedere tante persone che vogliono proteggere una parte del parco Lallo. La nostra speranza, ovviamente, è di ottenere la concessione di questo spazio, anche se non sappiamo quando. Ma ci siamo già rivolti a un legale e andremo avanti per raggiungere il nostro obiettivo. Salvare Parco Lallo e continuare a farlo brillare».
Tra i tanti post apparsi su Facebook c’è quello di Francesco Vittiello, amico di famiglia, che parla di “Un angolo di poesia in pericolo”. Anche lui racconta «la meravigliosa vita del Parco Lallo» e tra le sue righe ci sono le parole per Carmela e Barbara: «Vorrei dirvi che il Parco Lallo, anche se si dovesse cancellare, non è e mai sarà “in assenza di previsti titoli autorizzativi”. Perché sono un’intera storia, una lettura degli spazi, una vocazione ecologica ad avervi dato un’autorizzazione umana, culturale, all’adozione di porzioni di terra altrimenti abbandonati».