Luisa, Alina e tutti gli altri delitti irrisolti: i misteri dell’isola
Le storie delle vittime, la caccia ai killer mai identificati. Il dolore delle famiglie in attesa della verità
Sassari La storia di Luisa, Alina e tutti gli altri. Delitti irrisolti, assassini mai individuati, colpevoli ancora liberi, forse con un peso enorme nella coscienza, forse invece sfrontati, consapevoli di averla fatta franca. Sono tanti i misteri della cronaca nera sarda, vicende terribili che bruciano come ferite aperte nel cuore di parenti e amici delle vittime. La storia più lontana nel tempo è quella di Alina Cossu, 21 anni, studentessa di Porto Torres picchiata e uccisa il 10 settembre del 1988. Il suo cadavere fu trovato da due pescatori nella scogliera di Abbacurrente, tra Porto Torres e Platamona.
Due anni dopo Ada Ciocchetti, 57 anni, casalinga, venne uccisa nella spiaggia delle Saline a Olbia: era l'8 marzo 1990, la donna raccoglieva asparagi. Il killer la attese nascosto tra i cespugli, la tramortì a pugni per poi stuprarla e strangolarla.
Il 25 novembre del 2003 fu invece Luisa Manfredi, 14 anni, di Lula, a morire per mano di un assassino rimasto in tutti questi anni nell’ombra. La ragazza, figlia dell’ex bandito Matteo Boe e di Laura Manfredi, fu raggiunta da una fucilata nel balcone della sua casa.
Era il 21 maggio del 2008 quando a Sassari, in un appartamento in via Canalis, fu ritrovato il cadavere di Michele Mascotti, 83 anni, maestro elementare in pensione. L’assassino si era accanito su di lui con un oggetto appuntito, probabilmente una piccozza, colpendolo ripetutamente alla testa.
Una fine molto simile quella di Piergianni Clemente, 78 anni, orologiaio ucciso nella sua casa in viale Umberto a Sassari. Anche lui colpito al capo. Il cadavere fu ritrovato sotto una coperta: era il 28 settembre del 2012.
Tre anni prima, a Cagliari, un altro delitto irrisolto. Antonietta Piredda, 74 anni, maestra in pensione, venne uccisa il 2 maggio 2009 nel suo appartamento residenziale in via Milano, a Cagliari.
Gli inquirenti stabilirono che la donna aveva aperto la porta al suo assassino e il killer l’aveva pugnalata con un'arma a due punte, prima di coprirle il viso con una tovaglia.