Nessuna traccia dei fratelli dispersi, al setaccio il traffico in mare
Vanno avanti senza sosta le ricerche di Giuseppe e Lorenzo Deiana, scomparsi da quattro settimane
Olbia Traffico nautico e tabulati telefonici, ma anche foto e video inviati da passeggeri di navi, aerei e imbarcazioni. Sono trascorse quattro settimane dalla scomparsa in mare dei fratelli Giuseppe e Lorenzo Deiana, usciti in barca il 19 aprile scorso per una battuta di pesca nelle acque di Capo Figari e mai più rientrati a casa, e l’attenzione degli inquirenti si sta concentrando ora soprattutto sugli elementi tecnici da cui possono emergere indicazioni più precise su dove e come continuare le ricerche. Elementi tecnici quali, appunto, l’esame dei tabulati telefonici dei cellulari dei due fratelli e delle celle telefoniche agganciate, con l’obiettivo di circoscrivere l’area di ricerca in un tratto di mare molto vasto, e quelli del traffico nautico, ovvero di quelle imbarcazioni che potrebbero essere passate quel giorno tra le 11 del mattino e le otto di sera nella zona interessata, con l’obiettivo di acquisire informazioni utili alle ricerche, ma anche di verificare se ci possa essere stata una collisione con altre barche. Un’ipotesi, quella della collisione in mare, sulla quale la Procura di Tempio sta indagando, senza tralasciare, però, anche altre ipotesi. Al momento, da quanto risulta alla famiglia e al suo difensore, dalle verifiche in corso, infatti, non c’è nessun testimone oculare che abbia riferito di aver visto la collisione.
Lo chiariscono sui loro profili Facebook la stessa madre dei ragazzi, Simona, e Margherita Di Corcia, suocera di Lorenzo. «Ad oggi – dicono – non ci risulta nessun testimone che abbia dichiarato di aver visto nessuna collisione. Abbiamo invece la sensazione che la Procura stia indagando a 360 gradi, non lasciando nulla al caso. Tant’è che tramite il nostro legale di fiducia ci siamo rivolti pubblicamente alle tante persone che hanno partecipato alla passeggiata botanica e ai passeggeri che quel giorno si trovavano sulle navi in entrata e in uscita dal porto di Olbia e Golfo Aranci. Inoltre l'appello è stato rivolto alle imbarcazioni di privati e ai passeggeri degli aerei, i quali hanno inviato video e foto ora in mano alla Procura e prima ancora alla difesa». Tutte le segnalazioni e il materiale raccolto finora è al vaglio del pubblico ministero Mauro Lavra, titolare dell’inchiesta, e del procuratore Gregorio Capasso. Ma sulle indagini in corso c’è il massimo riserbo e dagli uffici della Procura non trapela nessuna indiscrezione, così come dalla Capitaneria di porto, delegata per le attività in mare.
L’acquisizione della tracciatura delle imbarcazioni che avevano navigato in quel tratto di mare il 19 aprile, dalle 11 alle 20, era stata chiesta anche dalla famiglia dei ragazzi nella denuncia di scomparsa che era stata presentata il 24 aprile scorso attraverso il loro legale, l’avvocato Pietro Cherchi. Le indagini, dunque, proseguono. Così come le ricerche in mare. E a distanza di quattro settimane da quel maledetto giorno in cui si sono perse le tracce di Giuseppe e Lorenzo, l’unico elemento concreto e certo è rappresentato unicamente dagli oggetti che erano sulla barca al momento della loro scomparsa e che sono stati ritrovati in mare la mattina dopo. Intanto continuano gli appelli della famiglia affinché l’aiuto dei volontari non si fermi. «Abbiamo bisogno di rinforzi in mare: sommozzatori, droni e persone che controllino lungo le coste da terra».