Processo Grillo jr, la richiesta del pm: «Nove anni per Ciro e i suoi amici»
Per l’accusa la ricostruzione dei ragazzi è incompatibile con la logica
Tempio Nove anni di reclusione per tutti con le attenuanti generiche. È la condanna chiesta dal procuratore Gregorio Capasso per Ciro Grillo, figlio di Beppe, e per i suoi tre amici Francesco Corsiglia, Edoardo Capitta e Vittorio Lauria, accusati di violenza sessuale di gruppo nei confronti di una studentessa italo norvegese all’epoca dei fatti 19enne. La richiesta di condanna è arrivata al termine di una lunga requisitoria durata quasi nove ore e cominciata ieri 30 giugno, poi, sospesa a causa del caldo. «La ricostruzione dei ragazzi è incompatibile con la logica, i fatti smentiscono gli imputati», ha detto il procuratore in uno dei suoi tanti passaggi.
Capasso ha ricostruito i fatti di quella notte rimarcando come la vittima non potesse essere consenziente per via dell’abuso di alcolici. Aveva cominciato a bere già nel pomeriggio, anche superalcolici, ha detto il procuratore, ed era a digiuno. Secondo la ricostruzione dell’accusa, i quattro avrebbero, dunque, abusato delle condizioni di inferiorità fisica e psichica della ragazza dovuta all’assunzione di alcolici costringendola a subire atti sessuali. «Non è stato un processo facile – ha concluso Capasso evidenziando la giovanissima età di imputati e persone offese – I ragazzi e le ragazze sono stati coinvolti in una vicenda più grande di loro per la quale hanno sofferto e stanno soffrendo. Chiedo, dunque, con le attenuanti generiche, la condanna a 9 anni di reclusione». Il processo sta proseguendo con la discussione degli avvocati di parte civile. Oggi gli imputati non sono in aula.