La Nuova Sardegna

Palau Le indagini sull’omicidio di Cinzia Pinna entrano in una fase decisiva: da una parte, l’analisi del computer del reo confesso Emanuele Ragnedda, già avviata con il conferimento dell’incarico al perito informatico Andrea Cappai che dovrà estrapolare tutti i dati dalla memoria e realizzare la copia forense, dall’altra, le analisi in laboratorio di tutti i reperti raccolti dai carabinieri del Ris di Cagliari nei vari sopralluoghi nella tenuta di Conca Entosa e nelle auto degli indagati. Le analisi in laboratorio inizieranno martedì 4 novembre. Accertamenti fondamentali che riguardano Dna, impronte digitali e tracce biologiche rilevate nello stazzo dove, nella notte tra l’11 e il 12 settembre, l’imprenditore di Arzachena ha ucciso con tre colpi di pistola al viso la 33enne di Castelsardo. Attraverso l’esame del contenuto del computer, gli inquirenti intendono ricostruire i contatti e le comunicazioni che Emanuele Ragnedda ha avuto nelle ore successive all’omicidio di Cinzia Pinna e capire se qualcun altro possa aver avuto un ruolo nella vicenda o se abbia fatto tutto da solo, come lui ha sostenuto nella sua confessione.

Dall’analisi dei contatti e delle comunicazioni, anche quelle eventualmente cancellate e che verranno recuperate, si scoprirà se il 41enne sia stato aiutato da altre persone a cancellare le tracce di sangue di Cinzia e a far sparire alcuni effetti personali della ragazza e il suo cellulare. Altrettanto avverrà attraverso le analisi in laboratorio di Dna, impronte digitali e tracce biologiche rilevate dai Ris. Si potrà, così, anche chiarire la posizione dei due indagati per favoreggiamento, Rosamaria Elvo, fidanzata di Ragnedda, e Luca Franciosi, un conoscente dell’imprenditore. Per la Procura di Tempio potrebbero aver aiutato loro l’omicida nelle ore successive al delitto. Non sono mai stati ritrovati alcuni indumenti ed effetti personali della vittima. (t.s.)