La Nuova Sardegna

Oristano

Il processo

Suora accusata di picchiare i bimbi dell’asilo: chiesta la condanna

di Enrico Carta

	La scuola dell'infanzia delle Salesiane oblate
La scuola dell'infanzia delle Salesiane oblate

Per il pubblico ministero ci furono maltrattamenti, ma la difesa ribatte: «È da assolvere». Tutti i dettagli dell’udienza

3 MINUTI DI LETTURA





Nurachi Non metodi di correzione errati e violenti, ma una lunga serie di maltrattamenti ai danni dei piccoli alunni della scuola della scuola materna, gestita dalla congregazione delle suore salesiane oblate del sacro cuore.

Il pubblico ministero Sara Ghiani non ha dubbi sulle responsabilità della suora Doloretta Lilliu, classe 1939, e ne chiede la condanna a quattro anni mezzo. D’altro canto, dopo che tutte le parti civili si erano accodate alle conclusioni della pubblica accusa, gli avvocati difensori Rita Dedola e Andrea Fares hanno invece sollecitato l’assoluzione escludendo che ci siano state azioni continue di vessazioni nei confronti dei bambini, ma solo azioni estemporanee e inadeguate frutto dell’incapacità da parte della suora di gestire i piccoli allievi. Il 6 marzo, data fissata dal collegio presieduto dalla giudice Carla Altieri, a latere le colleghe Serena Corrias e Francesca Falchi, ci sarà la sentenza.

Per ora si resta alle sole conclusioni delle controparti, prima fra tutte quella del pubblico ministero che, ripercorrendo la vicenda, ha dapprima spiegato perché i fatti siano inconfutabili. Del resto, di fronte alle immagini ottenute grazie alle videocamere, è impossibile negare i pugni, gli schiaffi, gli strattoni, i capelli tirati, i pizzichi e le punizioni che la suora infliggeva ai «bambini monelli», chiamati «bestie».

I filmati hanno fornito le prove inequivocabili dei comportamenti di suor Maria Dolores e costituirono le fondamenta alla serie di accuse che le madri dei piccoli avevano illustrato nella denuncia che fece scattare l’indagine dei carabinieri. Fu da quei metodi bruschi che sarebbero poi discesi i disagi che i bambini avrebbero manifestato a casa, durante notti insonni, e persino di giorno quando non volevano andare all’asilo o avevano paura di entrare in stanze buie perché le associavano a quella in cui la suora li costringeva a stare nel caso in cui avessero tenuto a scuola comportamenti a lei sgraditi.

Le parti civili, rappresentate dagli avvocati Cristiana Manca, Riccardo Crovi, Barbara Ibba, Piero Aroni e Annalisa Serra hanno rinforzato i concetti, arrivando a chiedere a parziale risarcimento, provvisionali per un totale di 25mila euro in attesa di stabilire separatamente l’entità totale del danno. Poi è stato il turno dei due avvocati difensori che hanno chiesto l’assoluzione partendo dal fatto che si sapeva che le suore che gestivano l’asilo erano particolarmente severe e che ciò avveniva da quando l’asilo era stato aperto. Poi i legali hanno proseguito ponendo l’accento sull’età della suora, che a Nurachi ha insegnato per trentotto anni e con cui genitori e parenti dei genitori dei bimbi avevano già avuto a che fare per conoscenza diretta o indiretta. Hanno poi spiegato che sarebbe inutile «nascondersi dietro un dito, ma che non ci si trovi di fronte a maltrattamenti» i quali si configurano solo con condotte reiterate e una durata più prolungata rispetto ai «dodici video in sette giorni considerati utili per le indagini».

Hanno sostenuto che sia necessario valutare il contesto e l’entità degli episodi, apostrofando con l’aggettivo «brusca» suor Maria Dolores, per la quale «è incomprensibile il permissivismo attuale ed è convinta che siano le mamme a sbagliare» educando i figli. Da ultimo, i difensori hanno evidenziato che, man mano che passava il tempo e che se ne parlava in famiglia o in altri ambienti, il fatto si è ingigantito come la palla di neve che rotola. La parola passa ai giudici.

Primo piano
L’emergenza

Sanità al collasso, il piano di Luigi Minerba: «Ripartiamo dai piccoli ospedali»

di Luigi Soriga
Le nostre iniziative