La Nuova Sardegna

L’intervista

Andrea Deidda: «Ho sempre sospettato di Igor. La cameretta di mia sorella Francesa resterà sacra»

di Luciano Onnis
Andrea Deidda: «Ho sempre sospettato di Igor. La cameretta di mia sorella Francesa resterà sacra»

Le parole del fratello della donna uccisa a San Sperate: «Quando Sollai ha confessato è stata dura»

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Elmas Dopo 8 mesi di silenzio chiuso nel suo dolore, Andrea Deidda, fratello minore di Francesca, la 42enne uccisa il 10 maggio scorso dal marito reo-confesso Igor Sollai, ha rilasciato per la prima volta un’intervista e raccontato il profondo dramma che ha vissuto e che non riuscirà mai a dimenticare.

Ieri, in occasione della cerimonia dell’inaugurazione di una targa ricordo per la sorella, posta assieme a un albero di magnolia nella piazza davanti all’abitazione di famiglia, Andrea ha parlato per la prima volta di quanto successo. Orfano assieme alla sorella di entrambi i genitori già da molti anni, finora aveva parlato della tragedia solo con la zia più stretta che lo segue come un figlio, con il suo avvocato Gianfranco Piscitelli diventato anche lui uno di famiglia e, ovviamente, con gli inquirenti.

Come ha vissuto questi otto mesi e cosa prova adesso a distanza di meno di un mese dal processo?

«È stato tutto molto difficile, adesso c’è tanta attesa perché venga fatta giustizia. Ho piena fiducia nell’autorità giudiziaria, so che i tempi possono essere non brevi, ma auspico si arrivi a una conclusione del processo il prima possibile. So che devo avere pazienza, ma ho vicini gli zii, i parenti, gli amici e l’avvocato Piscitelli che non mi lasciano solo».

Sarà presente al processo?

«Assolutamente sì, ho già chiesto per il 26 febbraio un giorno di ferie per esserci e altri nel prenderò quando ci saranno le udienze».

Tornando indietro allo scorso mese di maggio quando il 31 lei e una collega di Francesca siete andate a denunciare la sua scomparsa ai carabinieri, portando con voi elementi inconfutabili di accusa, aveva già sospetti su suo cognato Igor Sollai?

«Dai carabinieri sono andato perché avevo compreso che qualcosa di grave era accaduto e avevo molti dubbi e sospetti su di lui. Era palese che i messaggi su Whatsapp mandati alle colleghe fossero stati scritti dal marito. Così come la mail di Francesca di dimissioni dal lavoro. Ero certo che lui c’entrasse qualcosa, tant’è che non l’ho neppure cercato, prima che venisse arrestato, per sapere qualcosa sulla scomparsa di mia sorella».

Quando Sollai le ha scritto una lettera dal carcere continuando a dichiararsi innocente e che aspettava di poterlo riabbracciare come ai vecchi tempi, come ha reagito?

«Per me è stato come se non mi avesse scritto, sapevo che stava dicendo falsità, solo falsità».

Quando lui il 22 novembre ha confessato dal carcere di aver ucciso Francesca, lei ha avuto un senso di liberazione?

«È stato difficile in quel momento, l’avvocato Piscitelli me lo ha detto alle 3 di notte. In quel momento, per quanto già sapessi dentro di me chi fosse l’assassino, è stata dura. Ma era la svolta per avere giustizia e darla a mia sorella».

Recentemente è emerso un particolare delle indagini: con Francesca morta, suo cognato, allora ancora in libertà, si era portato a casa una ragazzina quindicenne, trovata seminuda dai carabinieri nel letto matrimoniale. Per questo Sollai è indagato anche per violenza sessuale su minore. Cosa ha pensato nell’apprendere la notizia?

«Sono rimasto “schifato”. Ho capito che mia sorella non era l’unica vittima di quest’uomo. Pagherà anche per questo, chiedo sia fatta giustizia anche per questa ragazzina».

Lei continua ad abitare nella casa in cui è cresciuto con Francesca, rimarrà qui con i suoi ricordi?

«Certo. Qui dentro ho i ricordi più belli vissuti con i miei genitori e con Francesca prima che nel 2009 si sposasse. La sua cameretta rimarrà sacra per sempre».

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