La Nuova Sardegna

Oristano

L’errore

Il Comune sbaglia la notifica e perde 330mila euro di Imu

di Enrico Carta

	L'area di via Ghilarza per cui non è stata richiesta correttamente l'Imu
L'area di via Ghilarza per cui non è stata richiesta correttamente l'Imu

Clamoroso errore nel richiedere il pagamento a uno dei più grossi contribuenti. Per le casse dell’amministrazione un debito fuori bilancio pesantissimo

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Oristano Il Comune inciampa malamente sull’Imu e perde in un colpo solo circa 330mila euro. Sono le annualità che avrebbe dovuto pagare la società proprietaria del complesso di via Ghilarza che ha come punto di riferimento l’imprenditore Ernesto Pia, che oltre venti anni fa fu anche consigliere e assessore comunale. Secondo quanto emerso durante la seduta della commissione al Bilancio, l’errore è stato commesso anni addietro, per l’esattezza tra il 2018 e il 2019, dall’Ufficio tributi che sarebbe scivolato su una grossa buccia di banana che avrebbe generato il capitombolo. Le cartelle con cui veniva richiesto il pagamento di circa 110mila euro per il 2013, il 2014 e il 2015 furono notificate alla persona o entità giuridica sbagliata e all’indirizzo errato, visto che la società aveva nel frattempo cambiato denominazione e sede e non era più amministrata dalla stessa figura. Detto in poche parole, si stavano chiedendo i soldi a un soggetto che non era quello a cui bisognava rivolgersi.

Quando poi il Comune ha capito che stava per perdere tutto ha provato a mettere in campo un disperato tentativo di recupero crediti, ma il caso è finito sotto l’esame della corte di giustizia tributaria che ha dato ragione alla società. Succede quindi che l’amministrazione abbia dovuto iscrivere a bilancio un debito di circa 330mila a cui vanno aggiunti quasi 10mila euro di spese legali. Oltre al danno la beffa ineccepibile. La commissione Bilancio, riunita ieri mattina, non ha certo armi per contrastare un provvedimento del genere e, con il solo voto favorevole del consigliere Giuliano Uras, ha approvato il debito fuori bilancio che più che un debito è una mazzata per le asfittiche casse comunali. Si sono invece astenuti il presidente Davide Tatti e il consigliere Gianfranco Licheri, mentre non hanno partecipato al voto gli altri due componenti Umberto Marcoli e Francesco Federico. Ora ci sarà il passaggio in consiglio comunale, ma non c’è alcuna scappatoia perché un buco del genere possa essere recuperato se non con pesanti sacrifici e con acrobazie contabili. La preoccupazione dei due consiglieri di centro sinistra Marcoli e Federico è che l’errore possa essere stato ripetuto anche in anni successivi al 2015 e che il danno possa essere persino superiore.

Di certo non sarà semplice incassare la botta e tappare la falla perché bisognerà trovare i soldi togliendoli da altre voci di bilancio. È altrettanto certo che l’incidente di percorso non può non lasciare strascichi, visto che la domanda che pressoché l’intera commissione al Bilancio si è posta è come mai sia potuto accadere un simile errore. Pare davvero grave che si siano state sbagliate le notifiche su uno dei maggiori contribuenti in tutto il Comune di Oristano per quanto riguarda l’Imu. La dimensione del terreno e il numero di immobili commerciali, artigianali o per attività ricreative e sportive presenti nell’area di via Ghilarza è davvero notevole e di fronte a una bolletta di quell’entità tutti si sarebbero aspettati la massima attenzione e non certo che si sbagliasse il destinatario della cartella di pagamento.

Invece è successo che la notifica è stata recapitata prima all’indirizzo sbagliato e che poi è stato chiamato in causa un amministratore che non aveva più quel ruolo per conto della società che gestisce il complesso. Il Comune, peraltro, resosi conto dell’errore commesso, dopo aver perso il primo grado di giudizio, ha rinunciato a presentare ricorso prevedendo che non ci sarebbe stata la minima possibilità di ribaltare l’esito che viene confortato da un numero lunghissimo di sentenze che vanno nella stessa direzione. Tanto valeva quindi sollevare le mani e arrendersi. Resta comunque la gravità della questione che non potrà che produrre richieste di chiarimenti politici visto che a pagare la somma saranno tutti i cittadini incolpevoli di fronte a un errore commesso dagli uffici incredibilmente sbadati.

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