La Nuova Sardegna

Oristano

Il processo

Carabiniere morto sulla 131, condannato il collega che guidava

di Michela Cuccu
Carabiniere morto sulla 131, condannato il collega che guidava

L’auto su cui viaggiavano si schiantò contro un camion

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Paulilatino Si è concluso con una condanna e un’assoluzione il processo per il tragico incidente stradale avvenuto il 21 ottobre 2020, che costò la vita al carabiniere 46enne Giuseppe Carta, in servizio al Battaglione di Cagliari. La giudice monocratica del tribunale di Oristano, Paola Bussu, ha condannato a un anno e sei mesi di reclusione Gianluca Danza, (difeso dall’avvocato Bachisio Mele) 34 anni, originario di Caserta, che era alla guida dell’Alfa 145 su cui viaggiava la vittima. È stato invece assolto Cristian Demontis, l’autista di Morgongiori che guidava il camion contro cui l’auto di Danza si schiantò ad alta velocità. Il camionista era difeso dall’avvocata Rosaria Manconi che nel corso del dibattimento e attraverso la ricostruzione del perito di parte, Roberto Tuveri, è riuscita a dimostrare come il suo assistito non avesse avuto nessuna responsabilità nell’incidente. La tragedia si consumò alle 16.50 in direzione Cagliari, allo svincolo per Paulilatino sulla Statale 131. L’Alfa 145, con a bordo i due carabinieri fuori servizio, tamponò violentemente il tir che la precedeva sulla corsia di sorpasso. Gianluca Danza, alla guida, non riuscì a frenare in tempo e la macchina finì sotto il camion. L’impatto fu devastante e l’abitacolo si accartocciò. I vigili del fuoco di Abbasanta dovettero lavorare per ore prima di riuscire a estrarre i corpi dalle lamiere. Per Giuseppe Carta non ci fu nulla da fare; Danza fu invece trasportato su un elicottero del 118 e ricoverato al reparto di rianimazione dell’ospedale Santissima Annunziata di Sassari. Gli agenti della polizia stradale ricostruirono la dinamica, ipotizzando che l’abbagliamento del sole potesse aver offuscato la vista a Danza. Le indagini, condotte dal sostituto procuratore di Oristano, Andrea Chelo, permisero però di accertare che l’automobile da lui condotta procedeva a una velocità tale che nessuna manovra avrebbe potuto evitare lo schianto. La vittima, Giuseppe Carta lasciò la moglie e i tre figli. La famiglia si era costituita parte civile con l’avvocato Marcello Medici.

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