Zona 30, Settimo Nizzi «Illegittima? Pellegrino studi e si vergogni»
Il sindaco difende la scelta di Olbia: «Spetterà al tribunale valutare la delibera». Il nuovo codice della strada potrebbe inficiare il limite di velocità sull’area urbana
Olbia Delibera illegittima? Il sindaco Settimo Nizzi trattiene il fiato e poi parla di getto per quindici minuti difendendo a spada tratta il modello “Olbia città a 30 chilometri all’ora”, che piace tanto a mezza Italia ma che non è in linea con la riforma del Codice della strada appena approvata dal Senato. Il giudizio di merito è rinviato («Vedremo la riforma e poi valuteremo...»), immediata invece la replica all’uscita temeraria della senatrice di Fratelli d’Italia Cinzia Pellegrino, da Lecce.
«Vergogna – dice il sindaco Nizzi –. Il Comune di Olbia ha sempre avuto rispetto delle leggi dello Stato e non è abituato a compiere atti illegittimi. La signora Pellegrino, prima di parlare di illegittimità, dovrebbe studiare. Scoprirebbe che per contestare gli atti di un comune si presenta ricorso alla magistratura amministrativa. Provi quello che dice, altrimenti chieda scusa e abbia più rispetto per chi lavora e non sta seduto su uno scranno ad alzare la mano, come fa lei. Al suo posto mi sarei profondamente vergognato».
La senatrice Pellegrino l’altro ieri aveva commentato a caldo l’approvazione della legge di riforma a Palazzo Madama. «Il governo, i cittadini non sono contrari di per sé alle zone 30, se si tratta di “zone”, ovvero luoghi in cui è necessario avere quell'accortezza e in più dove la velocità bassa può contribuire realmente alla sicurezza – queste le sue parole – ma se si fa come avvenuto a Olbia, come ha fatto il sindaco Lepore a Bologna e come ha tentato di fare anche Gualtieri a Roma, e quindi con delibere da ritenere assolutamente illegittime provare a ridurre a zona 30 l'intero comune, allora non ci siamo. Le esigenze di arterie e quartieri sono differenti, ma soprattutto la velocità rallentata non solo aumenta i tempi di spostamento, ma favorisce la distrazione alla guida, che secondo tutte le statistiche è la prima causa di incidenti stradali». Fuoco amico, si direbbe, ma – sempre a proposito di amici o presunti tali – già il ministro Matteo Salvini aveva picconato la politica dei limiti di velocità e degli autovelox facili. Addirittura le difese del sindaco Nizzi e del modello Olbia le aveva prese la trasmissione tv Report. Il risultato che era emerso dall’inchiesta giornalistica corrispondeva una città virtuosa e non certo fuorilegge.
Ripercorrendo un po’ di storia, l’imposizione del limite di 30 chilometri all’ora in tutta la città da parte del Comune di Olbia risale al mese di giugno del 2021, primo caso in Italia. Il Codice della strada lo permetteva e il modello Olbia da subito ha destato grande attenzione, tanto da essere adottato anche in altre città (ad esempio, Bologna). Oggi la riforma del Codice della strada pone un argine a questi provvedimenti (consentiti in aree circoscritte, vicino a zone a rischio come scuole e ospedali). Non si tratta quindi di una delibera illegittima, ma del Codice della strada che è stato modificato. In ogni caso, il sindaco e la giunta comunale di Olbia non hanno mai avuto ripensamenti sulla bontà del provvedimento che ha comunque contribuito a contenere il numero degli incidenti stradali e a contribuire a infondere un senso di sicurezza in città.
«Leggeremo il testo della riforma e vedremo il da farsi – dice ancora il sindaco di Olbia – intanto non sarà certo una signora di Fratelli d’Italia a dirci cosa è legittimo e cosa no, quindi la signora Pellegrino smetta di dire cose inesatte e continui ad alzare la mano a comando».
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