Da Orgosolo: «Spendiamo 93mila euro per i lampioni presi come bersaglio dalle fucilate»
Il “no” all’uso delle armi attraverso l’incontro pubblico all’auditorium comunale con il sindaco Pasquale Mereu
Orgosolo Orgosolo si ribella alla violenza. E a tutte quelle logiche contrarie allo sviluppo. Ma lo fa a metà, non con la convinzione e la partecipazione mostrata in tante altre occasioni, anche simili, in passato. Così la presenza all’assemblea pubblica convocata ieri sera all’auditorium comunale dal sindaco Pasquale Mereu di quasi cento persone, forse un quarto della sala, dice comunque che lo spirito civico e la volontà di cambiar pagina guardandosi in faccia c’è ed è ancora bella e intatta. Ma che occorra fare di più ed essere meno timidi perché in ballo c’è il destino e il futuro di una comunità che ha più volte dimostrato di poter essere straordinariamente coesa e compatta. Il paese condanna gli episodi avvenuti a poche ore di distanza l’uno dall’altro la scorsa settimana, perché non portano niente di buono anzi alterano quel piacevole equilibrio sociale e minano le condizioni basilari per poter fare impresa.
Prima l’attentato di giovedì scorso contro le auto degli operai della diga di Cumbidanovu, crivellate a colpi di Ak47, poi il tentato omicidio dell’operaio forestale, Giovanni Maria Puddu, hanno di nuovo ammorbato l’aria di Orgosolo. Ma la gente non ci sta e chi ha accolto l’appello del primo cittadino per un incontro pubblico che analizzasse con calma la situazione lo ha fatto capire senza mezzi termini, anche con la sola presenza. In cattedra accanto al sindaco Mereu, il presidente del Consorzio di Bonifica della Sardegna centrale Ambrogio Guiso e il dirigente Sebastiano Bussalai.
Non due a caso ma i rappresentanti dell’ente appaltatore della mega diga i cui lavori sono ripartiti dopo 30 anni in quella che finora era una grande incompiuta. «Il nostro è un paese che sta crescendo e ultimamente stanno arrivando tante buste paga anche grazie ai lavori per la diga e ai cantieri forestali – ha detto Mereu – occorre riportare la serenità solo in questo modo si può crescere». Poi, accanto alle cose che vanno bene, quelle da condannare fermamente. «Troppe armi in giro, soprattutto tra i giovani. Un disagio evidente». Poi quel brutto vizio di farsi male da soli. Un esempio fra tutti: «Da gennaio a Pasqua spendiamo 93 mila euro per l’illuminazione pubblica presa come bersaglio dalle fucilate. Una cosa assurda che deve far riflettere».
Perentoria l’analisi della sindacalista della Cgil Domenica Muravera: «I fatti delittuosi frenano lo sviluppo economico del territorio», ha rimarcato per poi sollevare un problema più ampio: «Purtroppo abbiamo poco personale specializzato e le imprese se non lo trovano qua da noi lo reperiscono altrove. È un meccanismo globale con cui dobbiamo confrontarci». «Iniziamo con il dialogo nei vari contesti e a essere presenti dove occorre. Ognuno di noi può dare il suo contributo – rimarca Anna Salis – anche io oggi mi aspettavo più gente. È doveroso essere più presenti. Anche solo per portare solidarietà alla ditta e al nostro compaesano».