Decadenza, la presidente Alessandra Todde riferirà in Aula
La giunta per le elezioni deve valutare la titolarità del Consiglio a esprimersi sull’ordinanza
Cagliari Prima un conferenza dei capigruppo, poi la data della prima riunione della giunta per le elezioni, infine l’accoglimento della presidente Todde a riferire in aula sulla vicenda che la vede coinvolta. In mezzo elementi di strategia processuale e politica che cominciano a delinearsi, a cominciare dalla scelta più probabile del Consiglio: la richiesta di chiarimenti. A chi? Probabilmente al Consiglio di Stato, alla prima sezione consultiva.
La Giunta per le elezioni
L’organismo, che opera in base all’articolo 17 del regolamento del Consiglio, interviene sulle cause di ineleggibilità e incompatibilità, anche sopravvenute in corso di legislatura, come questa. Ieri, 8 gennaio, il presidente Piero Comandini, ha convocato la conferenza dei capigruppo per l’annuncio formale della ordinanza/ingiunzione del collegio regionale di garanzia elettorale. «Il 3 gennaio mi è stato notificato dalla Corte d’appello il provvedimento: ho subito trasmesso l’atto alla Giunta delle elezioni. Vi comunicherò passo dopo passo, sempre in Conferenza, le novità. Intanto il Consiglio regionale deve continuare il suo lavoro in Aula e nelle Commissioni. Auspico che la questione sia definita nel più breve tempo possibile. Lasciamo lavorare gli avvocati e i costituzionalisti. A noi il compito di proseguire la nostra attività per il bene della Sardegna».
La giunta per le elezioni si riunirà mercoledì prossimo, quando tutti i suoi componenti saranno in sede. Acquisirà, l’intero fascicolo che riguarda la Todde al collegio di garanzia, comprese le delibere del 12 e del 16 novembre, sentirà giuristi e costituzionalisti e poi potrebbe formulare una richiesta al Presidente del Consiglio Comandini del seguente tenore: «Presidenza del Consiglio, sei proprio sicura che la giunta per le elezioni sia titolata ad esprimersi su questa vicenda?». A quel punto il successivo passaggio è analoga richiesta, sempre sui generis, di Comandini all’aula. «Consiglio Regionale ti ritieni deputato a esprimerti su questa materia, visto che il nostro regolamento prevede un voto dell’aula, ma che la legge nazionale lo prevede solo per il Parlamento? E soprattutto possiamo noi sindacare sulla figura della presidente della Regione proclamato con procedura distinta dai consiglieri proprio dalla Corte d’Appello?» Un dilemma che può essere sciolto dal Consiglio di Stato e poi dagli organi giurisdizionali che affronteranno i nuovi atti che arriveranno. In primis la richiesta di sospensiva, a brevissimo.
La presidente Todde
Accogliendo l’invito del presidente Comandini ,che si è fatto portavoce della richiesta sicuramente delle opposizioni, la presidente Todde ha dichiarato la sua «assoluta» disponibilità a riferire in aula su tutta la vicenda, «ma solo dopo che avrò presentato gli atti al Tribunale». Visti i tempi rapidi, non è escluso che alla fine della settimana prossima il Consiglio possa riunirsi per le comunicazioni della presidente, che comporteranno un dibattito lungo e imprevedibile. Non perchè i consiglieri di maggioranza o opposizione non svolgeranno il loro ruolo tradizionale con minor foga, ma perchè in questo primo dibattito si potranno cogliere i veri sentimenti, sinora nascosti, dell’intera aula, spettatrice interessata del futuro della Presidente.
I commenti
Continuano le prese di posizione dei partiti sulla vicenda. Per la senatrice M5S Sabrina Licheri l’ordinanza è «sproporzionata e ingiustificata. La presidente Todde rappresenta un modello di politica trasparente e lontana da logiche di favore o interessi particolari».
Stefano Tunis (Sardegna al centro 20Venti) vede «reazioni sopra le righe. Politicamente la condotta dei Cinque stelle e delle liste per la Todde, a differenza del Pd, è quella di chi sembra dia per scontata la decadenza e il ritorno alle urne: reagiscono come se fossero già in campagna elettorale». (gcen)