Tasse alle navi per le emissioni di Co2: «Ma i rincari delle compagnie sono un salasso per i sardi»
Silvio Lai (Pd): «Tratte aumentate di oltre 200 euro», chiesta l’apertura di un’indagine alle autorità garanti della concorrenza e del mercato e per la sorveglianza dei prezzi
Sassari Da oltre un anno gli armatori per navigare nel Mediterraneo devono dimostrare che le emissioni di Co2 delle loro navi non superano i tetti imposti dall’Ue. Come? Attraverso l’Ets, l’Emissions trading system. Un sistema che fissa i paletti dell’inquinamento, e le emissioni in più si pagano. Un balzello secondo le compagnie marittime, un processo virtuoso verso lo sviluppo green dei trasporti secondo l’Unione europea.
Le richieste
Il punto è che, nella disputa, i primi effetti li sta pagando chi trasporta merci. «Le compagnie di navigazione stanno scaricando sui sardi costi ben superiori a quelli reali dell’Ets»: parla di speculazione Silvio Lai, deputato sardo del Pd in commissione bilancio. Ha appena presentato una lettera all’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm) e al Garante per la sorveglianza dei prezzi. Singole tratte da e per la Sardegna per chi trasporta le merci, evidenzia il deputato, vengono incrementate anche di 200 euro. Gli armatori rispondono indicando nell’Ets la causa, ma i conti sembrano non tornare.
«Le compagnie stanno trasferendo integralmente questi costi sugli utenti finali, con aumenti tariffari che raggiungono il 27% nel 2025 e si prevede arrivino al 40% nel 2026. Secondo Confindustria Sardegna, per la tratta Cagliari-Livorno si registra un incremento di 217,60 euro, mentre per la Olbia-Livorno l’aumento è di 197,20 euro»: Lai chiede un’indagine e una procedura di verifica sugli aumenti tariffari applicati sulle rotte da e per l’isola dall’introduzione dell’Ets sul trasporto marittimo (quindi dal primo gennaio 2024) e l’intervento del Governo «per assumere parte dei costi a tutela della continuità territoriale».
Per avvalorare la tesi, il deputato dem cita uno studio indipendente di Transport&environment che già a fine marzo 2024 sosteneva un’incidenza dell'Ets sui costi di una singola tratta pari all'1 per cento appena. Per Cna Fita invece ogni impresa sarda dovrà far fronte a 24mila euro di costi extra sulle navi per ogni mezzo pesante utilizzato.
Gli armatori
Le compagnie corrono ai ripari. Recentemente Gnv ha annunciato un ordine per la costruzione di quattro nuove navi ro-pax nei cantieri cinesi di Guangzhou shipyard international di Canton. La novità è che saranno unità tutte alimentate a Gnl e dotate di tecnologie ambientali all'avanguardia proprio per garantire la riduzione di emissioni di Co2 di oltre il 50 per cento rispetto a quelle di precedente generazione. Silvio Lai commenta a margine: «Bene così, ma questo dimostra che ci si poteva muovere anche prima in questa direzione».
Da poco Guido Grimaldi, presidente dell'associazione logistica dell'intermodalità sostenibile, è stato chiaro sull'Ets: «Così si sta danneggiando la sola modalità marittima che è virtuosa». Dichiarazioni sulla scia di quelle di Emanuele Grimaldi, ad di Grimaldi nonché presidente degli armatori mondiali, in autunno dall'Euromed di Atene: «L’auspicio dell’Europa è giusto, ma purtroppo porta solo grandissimi problemi ai porti e agli armatori europei e soprattutto a quelli italiani. Noi siamo i campioni dell’autostrada del mare nel mondo, portiamo via il traffico dalla strada, un lavoro molto importante, ma oggi veniamo tassati noi e non l’autotrasporto». Ma poco più di un mese fa la Commissione europea ha risposto con una prima relazione sull’Ets, negando lo spostamento delle attività fuori dai porti Ue. E di più: «I dati non forniscono prove di uno spostamento modale verso il trasporto su strada o di un aumento dell’uso di navi più piccole», così da Bruxelles, dove si rimanda direttamente al 2026, con i risultati più aggiornati per pensare a una revisione dell’Eu Ets.