La Nuova Sardegna

L’agguato

Dietro il delitto di Luigi Contena agguati e rancori familiari

di Valeria Gianoglio
Dietro il delitto di Luigi Contena agguati e rancori familiari

Gli inquirenti scavano nella scia di atti intimidatori contro la famiglia. Nel 2012 e nel 2014 Pietro, padre di Luigi, sfuggì due volte alla morte

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Inviata a Orune Il padre, Pietro, dallo scorso mese di maggio in carcere, dopo una ordinanza di custodia cautelare come presunto killer del compaesano Luca Goddi, era scampato a due agguati. Il primo era avvenuto il 24 settembre del 2012 e il secondo il 21 novembre del 2014. Due gruppi di fuoco e quattro persone armate, in entrambi i casi.

Per Luigi Contena, invece, l’unico agguato è stato fatale. Ed è proprio nel legame tra le vicende di armi e di sangue, cominciate tredici anni fa, culminate con il delitto Goddi nel maggio del 2023, e arrivate poi fino a venerdì mattina, con la giovane vita spezzata per sempre davanti al cancello di un ovile di Sa Serra, che gli inquirenti stanno scavando in queste ore. Alla ricerca di un movente, degli autori dell’omicidio, o dei possibili mandanti. E più passano le ore, più, come cornice di tutto si intravedono rancori del passato che si mescolano, in una miscela esplosiva, a un odio più recente. Mentre la faida, quella antica, resta sullo sfondo, ma, per utilizzare le parole del gip che aveva firmato l’ordine di custodia nei confronti di Pietro Contena, «difficilmente è la causa scatenante».

Dietro la morte di Luigi Contena, gli agguati subìti dal padre Pietro, e il delitto di Luca Goddi, dunque, secondo gli investigatori ci sarebbe un unico filo conduttore. Un unico quadro all’interno del quale la storica faida che vede contrapposte due famiglie, e le loro conoscenze fidate, avrebbe sì, alimentato i rancori, ma non sarebbe stata il movente finale. Quantomeno non nell’omicidio di Luca Goddi, del quale è stato accusato Pietro Contena. La causa di quella morte, aveva spiegato lo stesso gip, era piuttosto da ricercare in un «litigio estemporaneo», che poggiava, tuttavia, questo sì, su più antiche ragioni «di forte risentimento e astio» tra le famiglie.

Ed è in questo intreccio complicatissimo di sangue, tentati omicidi e morti, dunque, che i carabinieri del nucleo investigativo provinciale con la Procura stanno scavando all’indomani della morte di Luigi Contena. Secondo la pista più quotata, la morte di Luigi Contena sarebbe una sorta di risposta all’omicidio di Luca Goddi. Mentre Goddi, come aveva sostenuto la Procura chiedendo al gip la custodia cautelare nei confronti di Pietro Contena, era stato ucciso perché ritenuto in qualche modo legato agli attentati nei confronti di Contena padre.

Ma finora si è sempre trattato soltanto di ipotesi investigative, delle quali è rimasta traccia, ma che poi non sono approdate in qualcosa di più concreto. Certo è per gli inquirenti la scia di odio che è partita tredici anni fa, con i due agguati a Contena padre, venerdì mattina sarebbe arrivata, purtroppo, a travolgere il figlio Luigi. E proprio mentre il padre è in carcere da più di un mese.

E che tra padre e figlio ci fosse un legame stretto, un affetto autentico, oltre a diversi compaesani, lo dimostrano anche alcune foto che li ritraggono insieme. Vestiti da campagna, forse durante un classico “spuntino”, e stretti in un grande abbraccio. Di quelli che la gente di Barbagia in genere non dispensa così facilmente. Ma non solo caccia al movente: il giorno dopo il delitto Contena, le indagini registrano pure diversi giovani orunesi condotti in caserma per essere sentiti “a sommarie informazioni” come testimoni. E a lungo è stato sentito anche il fratello di Luigi Contena, Salvatore. Ma al momento, dalle loro parole, non sembrano emergere elementi utili alle indagini, o di svolta. 

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