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Turismo e trasporti

Sardegna sogno proibito, il rincaro dei biglietti colpisce anche i traghetti

Sardegna sogno proibito, il rincaro dei biglietti colpisce anche i traghetti

Civitavecchia-Olbia si conferma la tratta più costosa

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Sassari Una vacanza in Sardegna per una famiglia con due bambini può trasformarsi in una spesa da capogiro, ancor prima di mettere piede sull’isola. Il caro traghetti, nel cuore dell’estate 2025, ha raggiunto cifre mai viste, tanto da far sembrare conveniente perfino l’aereo. I dati parlano chiaro: per una famiglia composta da due adulti e due bambini che voglia viaggiare con auto al seguito e cabina privata tra l’8 e il 22 agosto, la tratta Civitavecchia–Olbia costa oltre 1700 euro. Anche chi sceglie il porto di Livorno non se la cava meglio: per raggiungere Olbia con auto e cabina i costi superano i 1000 euro, anche scegliendo le opzioni meno care, con cabine interne standard senza oblò e partenza notturna.

L’unica eccezione apparente è rappresentata dalla tratta Genova–Porto Torres, storicamente più lunga e più economica: anche in questo caso però, i prezzi superano i 600 euro complessivi, sempre con auto e cabina inclusa, rendendo vano ogni tentativo di risparmio.

Il paradosso è evidente: per una famiglia che decide di viaggiare in nave per comodità, per portare con sé la macchina e per evitare le tariffe aeree proibitive dell’alta stagione, la spesa per raggiungere l’isola via mare è diventata a sua volta insostenibile. Se a queste cifre si sommano i costi dell’alloggio, del carburante, dei pasti a bordo e delle spese di viaggio accessorie, il solo trasferimento da e per la Sardegna può arrivare a superare i 2000 euro. Una cifra che rende sempre più selettivo l’accesso all’isola durante il mese di agosto e che colpisce in particolare chi parte dal centro e nord Italia, scoraggiando le famiglie e favorendo un turismo di élite.

Le compagnie, dal canto loro, difendono le tariffe con l’argomento della domanda altissima e della stagionalità, ma il risultato è che i costi sono ormai paragonabili, se non superiori, a quelli di una crociera o di un pacchetto all inclusive all’estero. Non stupisce quindi che cresca il numero di vacanzieri che scelgono di rinunciare alla Sardegna per dirigersi verso mete più accessibili sul piano economico. I porti sardi restano affollati, ma i numeri nascondono una realtà fatta di sacrifici, rinunce e prenotazioni effettuate con larghissimo anticipo, spesso anche un anno prima.

Chi decide di partire sotto data, come accade per molte famiglie vincolate alle ferie scolastiche o ai turni aziendali, si trova costretto ad accettare prezzi fuori scala, senza reali alternative. Le promesse politiche di calmierare i costi dei collegamenti marittimi si scontrano con la realtà del libero mercato e con l’assenza di un sistema di continuità territoriale esteso anche ai non residenti. La questione della destagionalizzazione gioca poi un ruolo fondamentale: se la stagione si concentra nel periodo maggio - settembre, inevitabilmente il risultato è un caro prezzi generalizzato su tutti i mezzi da e per l’isola. La Sardegna rischia dunque di diventare sempre più una meta per pochi, isolata non solo geograficamente ma anche economicamente. Un’isola sempre più difficile da raggiungere per chi ha una famiglia, una macchina e un’idea di vacanza che non dovrebbe iniziare con un mutuo. (francesco zizi)

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