La Nuova Sardegna

Il maxi progetto

L’Einstein telescope tra Sos Enattos e la Sassonia: «Collaborare con la Germania la soluzione migliore»

di Claudio Zoccheddu
L’Einstein telescope tra Sos Enattos e la Sassonia: «Collaborare con la Germania la soluzione migliore»

Lula, la sfida a tre è una buona notizia: il motivo lo ha spiegato Alessandro Cardini, direttore della sezione sarda dell’Istituto nazionale di Fisica nucleare

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Sassari È la prima potenza economica europea, terza al mondo dopo gli Stati Uniti e la Cina. Competerci non è mai un buon affare. L’idea di contendere alla Germania la realizzazione del più grande, e costoso, progetto di ricerca degli ultimi anni farebbe tremare le ginocchia anche al più ottimista dei mediatori. E così, quando L’Eto, l’Einstein Telescope Organization, ha ufficializzato la candidatura della regione sassone della Lusazia alla realizzazione del telescopio per le onde gravitazionali più grande e sofisticato mai esistito, qualche imprecazione ha sicuramente infranto il proverbiale silenzio di Sos Enattos.

Perché adesso Lula ha due sfidanti qualificati, la regione Mosa-Reno, area amministrativa divisa tra Belgio, Olanda e la stessa Germania, e la new entry Lusazia, ultima arrivata ma per nulla male accontentata. Anzi. Tuttavia, le preoccupazioni non toccano l’ambiente scientifico che, al contrario, ha accolto a braccia a aperte la notizia. Il motivo lo ha spiegato Alessandro Cardini, direttore della sezione sarda dell’Istituto nazionale di Fisica nucleare.

Articolo completo nel giornale in edicola e nell'edizione digitale del 24 ottobre

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