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Il caso

Anche Francesca Barra tra le vittime dei siti sessisti: cosa è il nuovo blog scoperto dalla Polizia postale

Anche Francesca Barra tra le vittime dei siti sessisti: cosa è il nuovo blog scoperto dalla Polizia postale

Nel forum anche Anna Tatangelo, Chiara Ferragni, Diletta Leotta, Maria De Filippi, Cristina D’Avena e Maria Elena Boschi

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Un nuovo sito sessista è stato scoperto dalla Polizia Postale. Si tratta della piattaforma “Social Media Girl”. Secondo quanto è emerso fino ad ora dalle denunce delle vittime, nel database pubblico ci sarebbe un archivio di immagini pornografiche diffuse senza autorizzazione. La piattaforma utilizzerebbe un sistema di intelligenza artificiale in grado di “spogliare” qualsiasi donna, generando nudi digitali estremamente realistici a partire da semplici fotografie.
Tra le vittime figurano Anna Tatangelo, Chiara Ferragni, Diletta Leotta, Maria De Filippi, Cristina D’Avena, Benedetta Parodi, Chiara Francini, Annalisa, Angelina Mango, Andrea Delogu, Selvaggia Lucarelli, Maria Elena Boschi e molte altre. Nella sezione dedicata a Diletta Leotta sarebbero ricomparsi i file rubati anni fa dal suo cellulare, un’ulteriore violazione resa permanente dalla rete. Le indagini si concentrano soprattutto sul forum “Italian Nude Vip”, che raccoglie 46 pagine di immagini contraffatte.

La denuncia di Francesca Barra

«Ho scoperto ieri che su un sito per adulti circolano immagini di me nuda, generate con l'intelligenza artificiale. Non sono io, ma qualcuno ha deciso di costruire quella menzogna per ottenere attenzione e insinuare il dubbio che potessi essermi mostrata in quel modo». È la denuncia, sui social, della giornalista e scrittrice Francesca Barra.

«Ho pensato ai miei figli e ho provato imbarazzo e paura per ciò che avrebbero potuto sentire o leggere, se quelle immagini fossero finite nelle mani sbagliate – continua - Non é arte, non é una scelta personale quindi ovviamente creata per suscitare morbosità pericolose perché basate sull'alterazione della realtà senza consenso della diretta interessata».

«E ho pensato alle figlie e ai figli di tutti, alle ragazze che subiscono la stessa violenza digitale e che forse non hanno i miei stessi strumenti per difendersi o la mia forza per reagire – sottolinea - È una violenza e un abuso che marchia la dignità, la reputazione, la fiducia. Un furto dell'immagine, del corpo, della libertà di essere viste come si è — non come un algoritmo o una mente malintenzionata decide di rappresentarci. Le tecnologie dovrebbero essere strumenti di progresso, non di sopraffazione. E invece, troppo spesso, diventano armi: di manipolazione, di vergogna, di distruzione dell'identità».

«Chi crea, diffonde o ospita questo materiale commette un reato, ma troppo spesso le leggi, la rete e le piattaforme arrivano dopo - osserva ancora Barra - Ho discusso da poco una tesi in criminologia sul cyberbullismo, proprio perché spero di poter contribuire con competenza ad arginare questo fenomeno e a sensibilizzare famiglie, studenti, figli. Il mio assunto é che il cyberbullismo non è un problema fra ragazzi, ma uno specchio delle nostre fragilità collettive e infatti eccoci qui a dare, come sempre, il pessimo esempio. Questa non è solo la mia storia, ma il preludio di un pericolo che riguarda tutti. Nessuna donna, nessuna ragazza dovrebbe trovarsi di fronte a un corpo inventato e sentirsi ferita due volte: nell'immagine e con l'impunità».

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