Stretta sui consulenti delle pubbliche amministrazioni: non saranno pagati se non hanno pagato le tasse
Architetti, geometri, avvocati non riceveranno il compenso senza i certificati che attestano la regolarità con il Fisco
ROMA Dal 2026, i consulenti e i liberi professionisti che collaborano con la pubblica amministrazione rischiano di non essere pagati se non sono in regola con il fisco e i contributi. La stretta, contenuta nella nuova manovra economica, riguarda anche chi presta attività solo saltuariamente o su progetti a breve termine.
Avvocati, architetti, ingegneri e geometri saranno tenuti a presentare due certificati: uno per la regolarità contributiva, da richiedere alla propria cassa previdenziale, e uno per la posizione fiscale, da ottenere presso l’Agenzia delle Entrate. Senza questi documenti, allegati alla fattura elettronica, scatterà automaticamente il blocco del pagamento da parte della Pa. Il provvedimento punta a rafforzare i controlli e contrastare l’evasione fiscale, ma le categorie professionali insorgono.
Il Consiglio Nazionale Forense parla di «norma vessatoria e discriminatoria», sottolineando come anche lievi irregolarità — come il mancato pagamento di una contravvenzione o della tassa di circolazione — potrebbero far saltare il compenso. «Una disparità inaccettabile rispetto ai dipendenti pubblici, che ricevono lo stipendio anche se non in regola col fisco», ha dichiarato il presidente Francesco Greco.
