La Nuova Sardegna

Lo studio

Confcommercio: 140mila negozi chiusi in Italia negli ultimi 12 anni. In Sardegna record di sfitti al 20% – Tutti i dati

Confcommercio: 140mila negozi chiusi in Italia negli ultimi 12 anni. In Sardegna record di sfitti al 20% – Tutti i dati

L’analisi dell’ufficio studi dell’associazione di categoria. Per il futuro si rischia di perdere altre 114 mila attività entro il 2035

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Sassari  È un calo progressivo preoccupante quello delle attività commerciali al dettaglio in Italia. Sono 140 mila le aziende scomparse a livello nazionale dal 2012 ad oggi. Una diminuzione che ha colpito soprattutto i piccoli comuni e i centri storici e che sembra destinata ad aumentare sempre di più nei prossimi anni. È la fotografia che emerge da un’analisi dell’ufficio studi di Confcommercio.

La situazione in Sardegna

In Sardegna il calo percentuale maggiore di negozi al dettaglio è stato a Oristano dove dal 2012 a giugno 2024 sono scomparse il 30% delle attività. A Cagliari la diminuzione è stata invece del 10%: da 2329 negozi aperti dodici anni fa ai 2100 dello scorso anno. A Sassari invece il calo è stato del 20,6%, sono stati 287 gli esercizi scomparsi nello stesso periodo di tempo. È andata meglio a Olbia dove la diminuzione è stata “solo” del 3,5%: erano 682 nel 2012 sono 658 quelli attivi nell’ultima rilevazione fatta dall’associazione di categoria. A Nuoro, infine, il calo è stato del 17,3%.  Per quanto riguarda il numero dei negozi sfitti in Sardegna sono 4350, la percentuale sulla rete distributiva commerciale totale è del 20,2%, la media italiana è sensibilmente più bassa: 15,2%. Per quanto riguarda invece il numero di imprese attive ogni mille abitanti, le città sarde sono tra quelle che hanno una densità commerciale più alta. Nuoro è al terzo posto a livello nazionale, Cagliari è al quinto e Lanusei al settimo. C’è da dire che: i comuni medio-grandi del Centro-Nord Italia sono quelli più esposti, mentre per alcune città medio-grandi del Mezzogiorno il calo medio in proiezione futura sarà più contenuto, ma perché legato anche alla riduzione di popolazione per l’emigrazione verso il Nord di persone in cerca di migliori opportunità occupazionali e alla minore propensione agli acquisti online. Tra i comuni con la più bassa densità commerciale ci sono Fiumicino, Trento e Cinisello Balsamo. Nuoro invece preceduta tra quelli a più alta densità commerciale da Cosenza e Trapani.

I dati nazionali

Lo studio ha evidenziato come nel 2024 le imprese al dettaglio nel territorio nazionale erano in tutto 534 mila, di cui 434 mila in sede fissa, 70 mila ambulanti e circa 30 mila su internet o vendita per corrispondenza. Rispetto al 2012 sono scomparse 118 mila aziende a sede fissa e 23 mila ambulanti. Le cause sono facilmente immaginabili: una bassa crescita dei consumi interni, il cambiamento dei comportamenti di spesa e la diffusione degli acquisti online. Il calo maggiore lo hanno avuto i distributori di carburanti (-42), gli articoli culturali e ricreativi (-34%), supermercati, discount e grandi magazzini (-34%), mobilifici e ferramenta ( -26,7%) e abbigliamento e calzature (-25%). Va un po’ meglio la situazione nelle imprese ricettive e nella ristorazione che messe insieme fanno registrare un saldo positivo con un incremento di quasi il 6%. La crescita maggiore l’ha avuta il comparto della ristorazione (+17%). Mentre per quanto riguarda il settore degli alloggi c’è stata una contrazione degli alberghi tradizionali (-9,5%) a fronte del quale c’è stata la crescita molto sostenuta delle altre forme ricettive: B&B, affittacamere, case vacanza), aumentate del 92,1% tra il 2012 e il 2024. Sono poco confortanti anche gli scenari futuri. Se non verranno attivate delle politiche nuove di rigenerazione urbane ci sarà un’ulteriore scomparsa entro il 2035 di imprese al dettaglio pari a circa 114 mila unità. 

Le proposte di Confcommercio

Lo studio è stato realizzato in vista dell’iniziativa nazionale “inCittà – Spazi che cambiano, economie urbane che crescono”, dedicata al futuro delle città e delle economie urbane, organizzato dalla Confederazione che si terrà a Bologna, a Palazzo Re Enzo, il 20 e 21 novembre prossimi.   Per cercare di bloccare questo trend negativo Confcommercio propone una serie di interventi, mirati alla valorizzazione delle economie di prossimità e delle imprese del terziario di mercato. A livello nazionale, si chiede di garantire un coordinamento stabile delle politiche urbane e territoriali, promuovendo linee guida condivise e l’integrazione dei diversi programmi e fondi europei e nazionali in una strategia unitaria dedicata alla rigenerazione urbana e al rafforzamento delle economie locali. A livello regionale, secondo Confcommercio è fondamentale valorizzare e armonizzare l’esperienza dei Distretti Urbani dello Sviluppo Economico, superando la frammentazione normativa e definendo regole minime comuni per il funzionamento, la governance e il coinvolgimento degli attori locali, con particolare attenzione alla dimensione di servizio alla comunità e all’uso dei dati per la programmazione territoriale. A livello comunale, infine, viene proposta la redazione di Programmi Pluriennali per l’economia di prossimità.

Primo Piano
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Confcommercio: 140mila negozi chiusi in Italia negli ultimi 12 anni. In Sardegna record di sfitti al 20% – Tutti i dati

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