Riscatto della laurea e pensione: cosa cambia e quando conviene davvero
Il tema è tornato al centro del dibattito politico
Il riscatto della laurea resta uno degli strumenti più discussi per chi guarda con interesse all’uscita anticipata dal mondo del lavoro. Ma conviene sempre? La risposta non è univoca: entrano in gioco variabili decisive come l’età, l’anno di ingresso nel mercato del lavoro e la continuità della carriera contributiva. Il tema è tornato al centro del dibattito politico durante l’esame della Legge di Bilancio 2026.
Le novità della Manovra
L’idea iniziale prevedeva che, dal 1° gennaio 2031, il riscatto della laurea breve non fosse più pienamente valido per anticipare l’uscita dal lavoro. A regime, su tre anni riscattati, ne sarebbero stati considerati solo sei ai fini pensionistici. Un’ipotesi che aveva sollevato immediate polemiche. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni era intervenuta assicurando che nessuno avrebbe visto cambiare le regole a posteriori e che eventuali modifiche sarebbero valse solo per il futuro. A seguire, un sub-emendamento ha cancellato del tutto l’inasprimento previsto, salvaguardando chi aveva già riscattato la laurea o aveva iniziato a farlo.
Diritti acquisiti salvi
A chiarire ulteriormente è stato il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti: sono stati tutelati tutti coloro che hanno già effettuato il riscatto, compresi quelli che hanno avviato i pagamenti senza completarli. Per il futuro, ha spiegato, il riscatto continuerà a essere possibile ma avrà una funzione esclusivamente assicurativa: aumenterà l’importo dell’assegno, senza incidere sulla data di pensionamento.
Finestre mobili e pensione anticipata
Resta invece sul tavolo l’allungamento delle finestre mobili per l’accesso alla pensione anticipata. Secondo le ipotesi in Manovra, nel 2035 serviranno 44 anni e due mesi di contributi per andare in pensione prima dell’età di vecchiaia: ai 43 anni e 8 mesi richiesti si aggiungeranno sei mesi di finestra mobile, in aumento rispetto ai tre attuali. Per le lavoratrici il requisito sarà leggermente più basso, ma anche in questo caso la pensione anticipata risulterà accessibile soprattutto a chi ha iniziato a lavorare molto presto, prima dei 23 anni.
Con la pensione di vecchiaia, invece, potrà uscire chi avrà compiuto 67 anni e 10 mesi nel 2036, quindi i nati prima di marzo 1967.
Quando conviene riscattare la laurea
La convenienza del riscatto dipende soprattutto dall’età alla laurea e dal tempo trascorso prima di entrare nel mondo del lavoro. Chi ha iniziato a lavorare presto e ha avuto una carriera contributiva continua può trarne un vantaggio maggiore. Al contrario, per chi ha cominciato a lavorare dopo i 30 anni, il riscatto difficilmente consentirà di anticipare la pensione, anche perché potrebbero non essere raggiunte le soglie richieste per l’accesso alla pensione anticipata contributiva.
