La Nuova Sardegna

Le indagini

Terrorismo, sette milioni di euro per Hamas da società di beneficenza: 9 arresti a Genova

Terrorismo, sette milioni di euro per Hamas da società di beneficenza: 9 arresti a Genova

Gli inquirenti: «Coinvolto anche il presidente dei Palestinesi in Italia»

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Genova Dalle cellule di Hamas che avrebbero operato attraverso società di beneficenza sarebbero arrivati sette milioni di euro, denaro che non serviva ad aiutare il popolo palestinese, ma erano di fatto destinati all'organizzazione responsabile della strage in Israele del 7 ottobre di due anni fa. Questa la conclusione degli investigatori della Procura nazionale antimafia e antiterrorismo che con la Digos di Genova ha arrestato oggi 27 dicembre nove persone. L'indagine, portata a termine con la Guardia di Finanza, ha coinvolto anche il presidente dei Palestinesi in Italia.

Le accuse

Gli indagati – si legge nel comunicato della Gdf – sono accusati, nella attuale fase delle indagini preliminari, di far parte e di avere finanziato l’associazione Hamas (“HARAKAT AL-MUQAWMA AL-ISLAMIYA” ovvero “Movimento della resistenza islamica”), che si propone il compimento di atti con finalità di terrorismo, in particolare contro lo Stato di Israele, ed è stata designata come organizzazione terroristica da parte dell’Unione Europea. 
All’associazione, oltre al più recente attacco del 7 ottobre 2023, notoriamente realizzato e rivendicato da Hamas (oltre che dalla Jihad islamica) che ha causato la morte di 1200 persone e la cattura di quasi 200 ostaggi, viene ricondotta una serie di attentati che hanno causato negli anni la morte di 484 persone e il ferimento di altre 3305, in gran parte civili.

Si tratterebbe, secondo le indagini, «dell'associazione benefica di solidarietà col popolo palestinese, fondata a Genova nel 1994, l’analoga Organizzazione di volontariato del 2003 e La Cupola d’Oro aperta invece a Milano ma nello stesso anno, amministrate da Mohammad Hannoun ritenuto membro del comparto estero di Hamas e al vertice della cellula italiana». I nove sono accusati di associazione con finalità di terrorismo anche internazionale o di eversione dell’ordine democratico.

Agli indagati vengono addebitate operazioni di finanziamento, che – secondo le indagini – si ritiene «abbiano rilevantemente contribuito alle attività delittuose dell’organizzazione terroristica, per un ammontare complessivo di circa sette milioni di euro». Operazioni che le persone accusate avrebbero effettuato «attraverso bonifici bancari o tramite associazioni con sede all’Estero». I finanziamenti sarebbero stati effettuati «in favore di associazioni con sede a Gaza, nei territori Palestinesi o in Israele, dichiarate illegali dallo Stato di Israele, perché appartenenti, controllate o comunque collegate ad HAMAS». Direttamente «a favore di esponenti di Hamas (in particolare, ad Osama Alisawi, già Ministro del Governo  di fatto di Hamas a Gaza, che, specificamente, in varie circostanze, sollecitava tale supporto finanziario». 

Coinvolto anche il presidente dell'associazione dei palestinesi in Italia Mohammad Hannoun considerato un «membro del comparto estero dell'organizzazione terroristica Hamas». Il «finanziamento delle attività terroristiche» sarebbe avvenuto attraverso tre associazioni di beneficenza. I pm: «Le indagini non cancellano crimini di Israele a Gaza».

Secondo l’accusa, Hannoun Mohammad, con alcuni suoi stretti collaboratori avrebbe «costituito in Italia una cellula di Hamas e da molti anni starebbero operando, per mezzo della A.B.S.P.P., nella raccolta di fondi destinati in tutto o in parte a detta organizzazione terroristica». 

L’indagine è partita dall'analisi di operazioni finanziarie sospette e si sarebbe sviluppata grazie a scambi informativi con altri uffici inquirenti italiani e con le autorità dei Paesi Bassi e di altri Paesi della Ue. Per gli inquirenti, il «finanziamento delle attività terroristiche» sarebbe avvenuto attraverso tre associazioni di beneficenza

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