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Siccità, la sfida di Piu: «Più risorse all’Enas per sconfiggere la sete nella Nurra e in Sardegna»

di Davide Pinna

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Nel riquadro Marco Soriga e Antonio Piu  (foto Mauro Chessa)

A Sassari la presentazione della riorganizzazione dell’ente che gestisce dighe e bacini dell’isola ed eroga l’acqua ai consorzi di bonifica, industriali e ad Abbanoa

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Sassari L’annuncio arriva nel cuore della crisi idrica, Sassari, al centro della Nurra che ha dovuto tagliare le colture irrigue ma rischia, fra settembre e ottobre, di dover razionare anche l’acqua da bere. L’assessore dei Lavori pubblici Antonio Piu, affiancato dall’amministratore unico di Enas Marco Soriga, ha illustrato le novità nell’assetto di Enas, l’ente regionale che gestisce dighe e bacini dell’isola ed eroga l’acqua ai consorzi di bonifica, industriali e ad Abbanoa per l’uso civile. 

Nuove regole, più risorse e più personale. «Mi preme sottolineare – prosegue Piu – che la legge approvata consente a Enas di agire più rapidamente in caso di guasti, grazie a un ampliamento delle funzioni e grazie all’aumento del personale operativo. Per capire quanto sia necessario potenziare il personale – sottolinea l’assessore – riporto un esempio concreto: in occasione di una grave rottura nel nord dell’Isola, l’unico operaio reperibile era a Cagliari e ha impiegato due ore e mezza per raggiungere la condotta da chiudere nel Sassarese. Questo non può più accadere, non ce lo possiamo permettere. Attualmente Enas ha 238 dipendenti su un fabbisogno teorico di 326. Il personale operativo in alcune zone è ridotto all’osso con solo tre operai per 150 km di condotta».

Il Nord-ovest Le ricadute riguarderanno il Sassarese, la zona che quest’anno affronta la crisi idrica più nera: basti pensare che nel 2025, per gli usi irrigui, è stato autorizzato l’impiego di 6 milioni e mezzo di metri cubi, contro i 17 milioni del 2024 e i 27 del 2023. Situazione tragica anche sul fronte potabile, con il serio rischio che in autunno si debba arrivare al razionamento. Anche perché non c’è solo il problema della poca acqua negli invasi: l’acquedotto principale, il Coghinas 2, è un fragile colabrodo e si rompe frequentemente, lasciando a Secco per ore o giorni tutto il Nord-ovest. Con l’incremento del personale, gli operai di Enas dovrebbero essere in grado di intervenire molto più rapidamente sulle rotture, limitando i disagi per la popolazione.

Le norme La legge regionale approvata  in consiglio regionale innova il sistema attraverso azioni sui seguenti temi:

1. Assetto istituzionale: la norma riconosce ed affida ad Enas i compiti di protezione civile connessi con la gestione delle crisi idriche, consentendo interventi emergenziali per la riparazione delle condotte e per effettuare le ottimizzazioni degli impianti e delle infrastrutture con ridotti tempi di intervento;

2. Personale di Enas: la norma potenzia l’organico di Enas, incrementando la consistenza numerica ed internalizzando le importanti funzioni di gestione degli impianti e del laboratorio analisi che rivestono importanza strategica nella gestione qualitativa delle acque e nell’ottimizzazione dei sistemi. La norma, inoltre, consente di avviare le selezioni del personale operaio dai centri dell’impiego prossimi al luogo di svolgimento delle attività lavorative, permettendo un maggiore radicamento ed una maggiore conoscenza del contesto territoriale di riferimento;

3. Interventi infrastrutturali: vengono stanziati quattro milioni di euro per interventi emergenziali lungo le condotte del Coghinas, per potenziare la fornitura d’acqua al Sassarese e scongiurare (o almeno limitare) la possibilità che l’attuale crisi determini nei prossimi mesi i razionamenti potabili nelle città di Sassari, Alghero e Porto Torres, attualmente alimentate anche dal sistema Temo – Cuga – Bidighinzu, che versa in condizioni di assoluto deficit;

4. Interventi Gestionali: vengono stanziati 4.8 Milioni per coprire i costi energetici per i trasferimenti delle acque da sistemi più ricchi d’acqua, a quelli più carenti;

5. Fondo emergenze: viene costituito un fondo, alimentato annualmente con 2,8 milioni, per fronteggiare (temporaneamente, in attesa degli interventi di sostituzione) le rotture improvvise ed impreviste, che potrebbero mettere in crisi i sistemi fragili, che reggono il proprio funzionamento su condotte obsolete.

6. Modifica norma trasferimento personale “ex Esaf”: viene, in accordo con l’Ufficio legislativo della Presidenza del Consiglio dei Ministri, modificata la norma contenuta nella scorsa legge finanziaria, per renderla più armonica al dettato normativo nazionale e per consentire una celere applicazione, finalizzata ad un più razionale utilizzo di questo personale, che potrà quindi essere utilizzato nell’ambito delle emergenze in atto.

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