Febbre del Nilo, 72enne in rianimazione
Contagiato nei giorni scorsi: le sue condizioni sono critiche
Oristano Dopo essersi diffusa recentemente in altre regioni italiane, la Febbre del Nilo torna a colpire l'Oristanese. Come comunicato dall’Asl c’è infatti un nuovo caso accertato, il primo del 2025 in provincia. Il contagio riguarda un uomo di 72 anni residente nel capoluogo e con patologie pregresse, attualmente ricoverato nel reparto di rianimazione all’ospedale San Martino. Considerati i sintomi manifestati dal paziente, è stato condotto su di lui l’esame sierologico per accertare le cause del malessere. La conferma della positività al virus West Nile è arrivata questa mattina, martedì 29 luglio, dal Laboratorio analisi dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Cagliari. Il dipartimento di Igiene e prevenzione sanitaria, diretto dalla dottoressa Maria Valentina Marras, con la collaborazione del servizio di Sanità Animale, diretto dal dottor Enrico Vacca, sta già mettendo in atto tutte le misure previste in caso di contagio. In particolare sono state informate le autorità del territorio, è stata avviata un'indagine epidemiologica, circoscritta la zona di residenza dell’uomo e richiesta alla Provincia, autorità competente, la disinfestazione dell’area.
La West Nile o Febbre West Nile (West Nile Fever) è una malattia provocata dal virus omonimo (West Nile Virus, Wnv), isolato nel 1937 in Uganda,da cui prende il nome, attualmente diffuso in Africa, Asia occidentale, Australia, America e anche in Europa, soprattutto dopo il cambiamento climatico. Il contagio all'uomo avviene tramite le punture delle zanzare comuni (culex pipiens) che sono degli autentici serbatoi del virus assieme agli uccelli selvatici. La febbre West Nile non si trasmette da persona a persona tramite il contatto con le persone infette. Il virus può infettare anche altri mammiferi, soprattutto equini, ma in alcuni casi anche cani, gatti, conigli e altri. Il periodo di incubazione dal momento della puntura della zanzara infetta varia fra due e quattordici giorni, fino a ventuno giorni nei soggetti con deficit immunitari.
La maggior parte delle persone infette non mostra alcun sintomo. Fra i casi sintomatici, circa il 20% presenta sintomi leggeri: febbre, mal di testa, nausea, vomito, linfonodi ingrossati, sfoghi cutanei. Nei bambini è più frequente una febbre leggera, nei giovani la sintomatologia è caratterizzata da febbre mediamente alta, arrossamento degli occhi, mal di testa e dolori muscolari. Negli anziani e nelle persone debilitate, invece, la sintomatologia può essere più grave. Nella maggior parte dei casi, invece, i sintomi scompaiono da soli dopo qualche giorno o possono protrarsi per qualche settimana. I sintomi più gravi si presentano in media in meno dell’1% delle persone infette (una persona su 150), e comprendono febbre alta, forti mal di testa, debolezza muscolare, disorientamento, tremori, disturbi alla vista, torpore, convulsioni, fino alla paralisi e al coma. Alcuni effetti neurologici possono essere permanenti. Nei casi più gravi (circa uno su mille) il virus può causare un’encefalite letale ed è necessario il ricovero in ospedale.