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Uras, la minoranza salva il sindaco: scongiurato il commissariamento

di Michela Cuccu

	Il municipio di Uras
Il municipio di Uras

I sette dissidenti: «Procedura non valida, via allo scioglimento del Consiglio»

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Uras Il commissariamento è scongiurato. Il consiglio comunale di Uras non sarà sciolto. La maggioranza guidata dal sindaco Samuele Fenu ha superato la crisi istituzionale grazie all’ingresso in aula di una componente dell’opposizione, che ha garantito la continuità amministrativa. Il sindaco Samuele Fenu ha espresso sollievo per lo scampato pericolo: «Tutto ha inizio quando a gennaio, come previsto e concordato ad inizio legislatura, si è proceduto a rinnovare i componenti della giunta. I “vecchi” assessori, Luca Schirru, Paolo Porru, Rita Piras e Alberto Cera a questo punto si sono ribellati e dimessi. In questo tempo ho lavorato per evitare un commissariamento. Sono stato a stretto contatto con il prefetto che mi ha rassicurato che la procedura che stavo seguendo fosse corretta. Ora possiamo rimetterci a lavorare».

I dimissionari della maggioranza avevano motivato l’abbandono in una nota del 1 ottobre, parlando di «decisione, non certo semplice». Nel documento lamentavano «un progressivo deterioramento della comunicazione all’interno del consiglio comunale e del gruppo» e «l’immobilismo riscontrato negli ultimi nove mesi dell’attività amministrativa, un periodo in cui l’azione di governo ha subito un rallentamento inaccettabile per le esigenze della nostra comunità».

Oltre ai quattro consiglieri della maggioranza, si erano dimessi anche tre membri dell’opposizione: Anna Maria Dore, ex sindaco, Antonio Melis e Salvatore Tuveri. A sbloccare la situazione è stata l’opposizione di “PrimaVera Uras”. «Quando si è presentata l’occasione di subentrare al consigliere Salvatore Tuveri, in noi ha prevalso il senso di responsabilità verso i nostri concittadini, in quanto non potevamo permettere che questo paese sprofondasse ulteriormente nell’inerzia e continuasse a marcire sotto il peso di liti, e di sterili dibattiti fine a sé stessi, causa della paralisi amministrativa», è scritto in una nota diffusa dopo il consiglio comunale di martedì che ha approvato la surroga. A seguito del Consiglio, la maggioranza ha comunicato: «Le recenti dimissioni di sette consiglieri comunali non hanno determinato lo scioglimento del Consiglio – si legge in una nota –. Le motivazioni che hanno indotto tali dimissioni non sono risultate uniformi né condivise tra i consiglieri coinvolti, consentendo pertanto di procedere regolarmente alla surroga».

Le dimissioni sono state definite «pretestuose e strumentali al fine unico di far decadere l’organo consiliare. La prospettiva di un commissariamento rispecchia interessi personali e politici piuttosto che il perseguimento dell’interesse pubblico». La nota ha anche evidenziato urgenze bloccate, come «il mancato completamento della firma della convenzione con la Asl per concedere una sede differente ai medici Ascot». Ed ancora: «L’amministrazione comunale nonostante tutto ha mantenuto la propria stabilità, confermando l’impegno e la determinazione nel portare avanti le attività, con l’obiettivo primario di affrontare e risolvere le urgenti problematiche che affliggono la comunità, cercando di garantire continuità nell’azione di governo locale», conclude la nota.

I consiglieri dimissionari hanno deciso però di mandare avanti la loro battaglia. Sostengono infatti che la procedura seguita dalla maggioranza non sia corretta e hanno scritto a Regione e prefetto in merito al mancato scioglimento del Consiglio.

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