La Nuova Sardegna

Oristano

L’analisi

L’agricoltura traina l’economia in provincia: ecco tutti i dati

di Michela Cuccu
L’agricoltura traina l’economia in provincia: ecco tutti i dati

Il settore vale 333 milioni all’anno, più di industria e costruzioni

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Oristano Cinquant’anni di storia e di Coldiretti Oristano che si intrecciano con quella di un territorio che rappresenta un pilastro per l’economia produttiva della Sardegna. Ieri, la sezione locale dell’associazione di categoria ha celebrato mezzo secolo di attività con una giornata che ha unito memoria, analisi e visione sul futuro, in una provincia che è da sempre cuore pulsante dell’agricoltura, dell’allevamento e della pesca dell’isola. Il compleanno della Federazione si è aperto con l’inaugurazione di un monumento in basalto sul quale è stata posta una targa celebrativa, un passaggio simbolico per riaffermare il valore di una comunità costruita in cinque decenni di impegno. A seguire, il convegno ha riunito i vertici del mondo agricolo e istituzionale, con la presenza, tra gli altri, di Luca Saba, direttore di Coldiretti Sardegna, Paolo Corrias, presidente Coldiretti Oristano, Emanuele Spanò, direttore Coldiretti Oristano, e Cristiano Erriu, segretario generale della Camera di Commercio Cagliari-Oristano.

I dati elaborati dalla Camera di Commercio confermano Oristano come la provincia sarda a più alta specializzazione agricola, un primato che la colloca tra le eccellenze nazionali. Agricoltura, silvicoltura e pesca generano circa 333 milioni di euro all’anno. Il settore contribuisce per il 10,88 per cento al valore aggiunto provinciale complessivo, risultando circa cinque volte superiore alla media nazionale che è del 2,23 per cento e tre volte quella regionale. Con 333 milioni di euro, il valore aggiunto agricolo supera nettamente quelli dell’industria che si ferma 245 milioni e delle costruzioni che raggiunge 210,71 milioni, confermandosi il vero fulcro dell’economia locale. Il comparto si fonda su una base solida di 4.391 localizzazioni agricole, il 93 per cento delle quali in ambito agroalimentare. Con 7 uffici zona e 39 recapiti e oltre cinquanta tra professionisti e tecnici, rappresentando 3.648 soci e circa 2.300 imprese agricole attive, Coldiretti offre supporto all’intero comparto.

Nonostante i numeri, il settore è frenato da criticità strutturali, in testa il costo dell’insularità. Il sovraccosto logistico è stimato tra il +20 e il +35 per cento rispetto alle regioni continentali, un onere che comprime i margini e ne frena la competitività sui mercati esteri, come dimostrato dalla volatilità dell’export del pecorino romano. Il presidente Paolo Corrias ha ripercorso la storia cinquantennale: «Questa federazione ha sempre dato voce alle aziende dell’Oristanese e oggi più che mai rinnova la sua missione: restare accanto a ogni comparto, dall’agricoltura alla zootecnia fino alla pesca. Continueremo a portare le istanze delle imprese dove si decide il destino dei comparti, con la stessa determinazione che ci guida dal 1974».

Il direttore Emanuele Spanò ha aggiunto che l’obiettivo è «trasformare le criticità in leve di crescita, soprattutto sul versante della logistica, dei trasporti e dell’accesso ai mercati». Ieri, il direttore regionale Luca Saba ha portato il saluto del presidente Battista Cualbu, lanciando un messaggio diretto alla politica: «Coldiretti ha nel suo dna una cultura di proposta, ma non bastano più le parole, servono azioni concrete. La macchina amministrativa non risponde ai bisogni delle imprese e, anche quando la politica interviene, troppo spesso le misure non ricadono correttamente sul territorio». Ha criticato il ritmo insostenibile di cambi di assessore all’Agricoltura e ha avvertito: «Abbiamo già perso vent’anni, senza un salto di qualità continueremo solo a tamponare, mentre noi vogliamo costruire il futuro con innovazione, servizi e tecniche». Per superare l'impasse, Coldiretti e Camera di Commercio hanno lanciato un appello per la costituzione di un Patto per il cibo dell’Oristanese e, a livello istituzionale, per la nascita di un fondo europeo per l’insularità che misuri e compensi in modo strutturale gli extracosti di trasporto.

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