La Regione riapre la pesca dei ricci di mare. Obbligatoria un’app per segnalare in tempo reale luogo e quantità
David Bichi, presidente Unione pescatori subacquei professionali di Oristano: «Decisone che impoverisce ancora di più la risorsa»
Cabras Alla domanda su cosa ne pensino sulla riapertura della la pesca del riccio di mare prevista per il primo gennaio, la risposta è netta: «Un grave errore da parte della Regione, seppur ormai inevitabile, dato che siamo a fine dicembre. Una decisione che depaupererà ancora di più la risorsa, che già scarseggia perché saccheggiata dagli abusivi in estate».
A parlare a nome di gran parte della categoria è David Bichi, presidente dell’Unione pescatori subacquei professionali del Distretto marittimo di Oristano, una delle due associazioni operanti a Cabras, che riunisce oltre trenta soci: «Dall’insediamento della giunta Todde, dall’assessorato regionale dell’Agricoltura cui compete anche la alla pesca, nessuno ci ha mai contattato per sentire un nostro parere e formulare una proposta. In vent’anni che ricopro la carica di presidente di questa associazione è la prima volta che succede e sono molto preoccupato».
L’indiscrezione sull’apertura della pesca del riccio è trapelata dalle associazioni di categoria, che hanno preso parte alla riunione del Comitato Pesca di venerdì a Cagliari. Le modalità saranno quelle del 2024.
«Si potranno prendere duemila ricci, l’equivalente di circa quattro ceste, dall’imbarcazione e mille ricci, l’equivalente di due ceste se si pesca da terra. Si lavorerà quattro giorni alla settimana, rispettando i limiti di dimensione, ma attendiamo la pubblicazione della determina regionale».
La novità sarà rappresentata dall’uso obbligatorio di un’applicazione: «La conosco bene perché ho partecipato alla sperimentazione – spiega David Bichi –, ma molti pescatori avranno grosse difficoltà a utilizzarla, soprattutto gli anziani. Ci sarà chiesto di segnalare in tempo reale la posizione della barca, gli spostamenti, l’orario di uscita, i quantitativi pescati e la destinazione del prodotto. Ci sono però molte zone in mare in cui non c’è segnale per i telefonini e ci chiediamo se i pescatori saranno ugualmente sanzionati. E se l'app da scaricare arriverà dopo il 1° gennaio, cosa succederà a chi andrà a pescare prima? Siamo arrivati ad un bivio e per chi fa questo mestiere sbarcare il lunario è sempre più difficile».
Nascono allora molti dubbi per il futuro: «Sono pervenute proposte da Università e Regione contestate dalle associazioni di categoria e abbiamo anche appreso che per il 2027 si parla di un nuovo fermo pesca, di indennizzi per i pescatori e di progetti per chiudere la pesca del riccio. La politica sarda probabilmente sta dimenticando che nel 2021 abbiamo formulato alle allora istituzioni regionali, venute sino a Cabras per ascoltarci, una nostra proposta di legge per un fermo triennale con indennizzi che prevedeva anche la rottamazione delle licenze di pesca con una buonuscita dignitosa per chi abbandonava».
Ricorda David Bichi: «La proposta di legge, che permetteva di risolvere il problema del depauperamento degli stock del riccio di mare, alla fine non fu tramutata in legge, ma sentirmi dire oggi che non ci sarebbero state i tempi sufficienti non corrisponde al vero perché sono passati cinque anni. Visto che per la politica regionale sarda l’unica soluzione è quella della chiusura della pesca del riccio, pensiamo che la verità sia che non c’è stata una reale volontà di risolvere il problema».
Il presidente dell’Unione pescatori subacquei professionali ribadisce: «Parlo a nome di tutta i ricciai oristanesi, bisogna discutere urgentemente del futuro, cosa che finora non è stata fatta. Occorre che la politica regionale si decida a incontrare e ascoltare noi pescatori».
