Liste d’attesa, se la Regione non riesce a ridurle il controllo passa al Ministero
Trenta giorni per mettere in campo delle soluzioni, poi scatta la sostituzione come prevede il nuovo decreto
Sassari Se la Regione dovesse continuare ad annaspare dietro le liste d’attesa infinite, allora il timone del sistema sanitario potrebbe passare nelle mani del Ministero. È una sorta di commissariamento previsto dal nuovo decreto del Ministero della Salute, che stabilisce come intervenire contro i ritardi delle Regioni nella gestione delle prestazioni a Cup.
Il testo, composto da tre articoli, definisce il ruolo dell’Organismo, cioè un ente di verifica e controllo, che risponde direttamente al Ministro Schillaci.
L’Organismo può chiedere il supporto dei carabinieri e ha il permesso di accedere alle strutture del Servizio Sanitario Nazionale, come ospedali, cliniche universitarie, centri privati convenzionati, policlinici e istituti di ricerca. Questo gli permette di verificare e analizzare eventuali problemi e criticità nelle liste di prenotazione, segnalati dai cittadini, dagli enti locali o dalle associazioni di categoria.
Una parte cruciale del decreto è quella in cui viene stabilito che, se una Regione non nomina entro 90 giorni il Responsabile unico regionale dell’assistenza sanitaria (Ruas) o non raggiunge gli obiettivi stabiliti per la riduzione delle liste d’attesa, l’Organismo può esercitare i cosiddetti “poteri sostitutivi”.
Questi poteri consentono all’Organismo di agire direttamente sulle questioni sanitarie regionali, fissando un termine massimo di 30 giorni entro cui la Regione deve risolvere le criticità riscontrate o fornire giustificazioni. Se la Regione non adempie o le sue risposte sono giudicate inadeguate, l’Organismo avvierà azioni dirette per correggere le inefficienze, fornendo linee guida e tempi precisi per l’esecuzione delle contromisure necessarie.
Un altro aspetto importante del decreto è che il potere sostitutivo dell’Organismo non elimina la facoltà della Regione di riprendere il controllo delle proprie funzioni. Le Regioni, infatti, possono richiedere di esercitare nuovamente i propri poteri, ma devono dimostrare di aver risolto le problematiche o di avere un piano adeguato per farlo. In tal caso, l’Organismo valuta la richiesta e, se ritiene che l’interesse pubblico prevalente sia garantito, può autorizzare la Regione a riassumere le proprie competenze, stabilendo un termine perentorio per portare a termine i correttivi.
Durante questi interventi, l’Organismo potrà usare le strutture e il personale della Regione stessa, con i costi a carico della Regione.
Se entro 90 giorni dall'entrata in vigore della legge sulle liste d'attesa la Regione non ha ancora nominato il Ruas, sarà l’Organismo a farlo, scegliendo il Direttore della sanità regionale per garantire il funzionamento dei servizi.
L’Organismo dovrà anche produrre una relazione dettagliata per ogni intervento sostitutivo. Questa relazione elencherà i problemi riscontrati, i tempi delle verifiche, i nomi dei professionisti coinvolti, l'eventuale supporto dei carabinieri del Nas e i referenti della Regione presenti. Inoltre, conterrà tutti i documenti e le spese sostenute, per assicurare trasparenza in ogni azione.
Infine, entro il 10 gennaio di ogni anno, l’Organismo invierà al Ministero della Salute un rapporto su tutte le attività svolte in sostituzione delle Regioni. Questo rapporto annuale servirà a fornire un quadro chiaro di tutti gli interventi effettuati, con i risultati ottenuti, le principali difficoltà risolte e i costi totali. Questa documentazione permetterà al Ministero di monitorare i progressi e garantire il miglioramento del sistema sanitario pubblico.