Prete scomunicato dal papa, il vescovo Gian Franco Saba: «Abbiamo cercato di evitare questa soluzione dolorosa»
Il racconto dietro le quinte del monsignor sul caso che ha coinvolto don Fernando Maria Cornet
Sassari Non è stato un fulmine a ciel sereno. Se per la gente comune il provvedimento emanato dalla Santa Sede ha avuto una risonanza enorme, le parole di monsignor Gian Franco Saba, arcivescovo metropolita di Sassari, rivelano invece un tormentato percorso dietro le quinte e un grande lavoro di diplomazia non andato a buon fine: «Dopo aver preso visione del libro pubblicato da don Fernando Maria Cornet, ci siamo adoperati in tanti modi per invitarlo a rivedere le sue posizioni. Gli è stato concesso un congruo tempo, nonostante la deriva dottrinale già lo ponesse in una evidente situazione di irregolarità canonica – dice –. Per garantire il bene dei fedeli si è comunque vigilato sulle attività parrocchiali e, per la questione specifica, agendo in accordo e in collaborazione con il Dicastero per la Dottrina della Fede, data la gravità del caso. In questi ultimi mesi i reiterati inviti, in modo personale e formale, a un ravvedimento non hanno prodotto frutto, mentre la vicenda assumeva una rilevanza mediatica sociale ed ecclesiale e l’autore ha proseguito con ulteriori pubblicazioni».
«Preciso che, sia in sede diocesana sia da parte del competente Dicastero sono state seguite le vie determinate dal diritto nel trattare questioni come la presente, sia sotto il profilo giuridico che umano– racconta – . È stata offerta la possibilità di difesa, ma il reo si è reso contumace. Pertanto, la decisione finale della Santa Sede si è resa inevitabile. Con profondo dolore prima ho dato a lui comunicazione integrale del provvedimento, poi ho convocato il presbiterio ed infine ho consegnato a don Fernando il decreto del Dicastero con il quale il Santo Padre Francesco, con decisione suprema e inappellabile lo ha dimesso dallo stato clericale, e dispensato dal celibato, per delitti contra fidem, nello specifico per scisma. A seguito del provvedimento della Santa Sede, al fine di non lasciare vacante la parrocchia, ho nominato donec aliter provideatur, finché non si provveda in modo diverso, amministratore parrocchiale della parrocchia San Donato e San Sisto don Antonino Canu, vicario della sottozona pastorale del Centro storico urbano e parroco a San Giuseppe. Con lui, per il servizio pastorale, collaboreranno altri sacerdoti presenti nella medesima circoscrizione pastorale insieme ai sacerdoti del Cottolengo che già operano nel centro storico cittadino, in prosecuzione del cammino pastorale avviato in questi anni».
«Come ho già avuto modo di dire, i cristiani, oltre al legame di sangue e l’appartenenza alla comune famiglia umana “hanno Dio come Padre e la Chiesa come unica madre”: il battesimo rende i cristiani parte dello stesso corpo di Cristo di cui sono le membra conclude monsignor Saba –. In proposito sant’Agostino afferma che “le membra di Cristo non devono essere in contrasto tra loro; tutti coloro che formano il suo corpo devono compiere ciascuno il proprio ufficio… affinché non vi siano divisioni nel corpo, ma unità, e le membra siano sollecite le une verso le altre. Di ritorno dall’Assemblea sinodale dei vescovi italiani, incontrerò la comunità parrocchiale di San Donato e San Sisto. Esorto l’intera comunità diocesana a pregare per il signor Fernando Maria Cornet, per l’unità della Chiesa e per il Santo Padre Francesco».