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Quei bimbi che i giocattoli li producono

di Elisa Arca*
Quei bimbi che i giocattoli li producono

Bisogna chiedersi quale sia l’impatto sociale e ambientale delle strategie di vendita delle multinazionali e anche che tipo di lavoro ci sia dietro i loro prodotti

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Il ruolo delle multinazionali a Natale: tra finta trasparenza e “sfruttamento legalizzato”.Durante le festività natalizie, il mondo sembra immergersi in una gioiosa atmosfera con luci scintillanti, offerte speciali e prodotti irresistibili. Mentre milioni di persone si apprestano a celebrare il Natale, le aziende globali sono al centro di un grande dibattito riguardo le loro pratiche commerciali e aziendali: «Qual’è il loro impatto sociale?».

La principale criticità del ruolo delle multinazionali a Natale riguarda le strategie di marketing.Infatti i brand si fanno promotori di campagne pubblicitarie che evocano sentimenti di generosità, calore e solidarietà. Tuttavia le promesse di donazioni a organizzazioni benefiche, magari attraverso la vendita di pandori o panettoni, o di supporto alle comunità locali, in molti casi sono ridotti a mere operazioni con scopi promozionali. Perché c’è il bisogno di mascherare le entrate economiche delle aziende?Molte di queste coinvolgono manodopera a basso costo, lavoro minorile e turni ad orari insostenibili in paesi con scarse protezioni dei diritti dei lavoratori, per non citare i numerosi danni ambientali provocati da fabbriche decadenti e discariche a cielo aperto. Quindi, in questo caso, la beneficienza è un velo sulla realtà.

In conclusione, penso che, ogni acquisto, soprattutto nel periodo natalizio, abbia un impatto importante per la società; prima di comprare un bel giocattolo per nostro figlio o un trucco per nostra nipote, riflettiamoci bene, perché dall'altra parte ci potrebbe essere un bambino che, al posto di desiderare quel giocattolo, lo produce.

*Elisa studia al liceo Canopoleno di Sassari

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