Assunzioni in Regione: nessun posto per coniugi, conviventi e parenti
Ecco perché il consiglio regionale ha abolito il comma della legge ma il divieto resta
Cagliari La Regione non diventerà la fabbrica di posti di lavoro per mogli e mariti, conviventi, figli e parenti fino al quarto grado. La precisazione è d’obbligo dopo l’approvazione di una legge, non all’ordine del giorno, entrata in consiglio regionale con procedura d’urgenza, cioè portata al voto dell’aula senza transitare in commissione. Si tratta della normativa in materia di “razionalizzazione e contenimento della spesa relativa al funzionamento degli organi statutari della Regione e modifiche alla legge regionale n. 20 del 2023 in materia di cessazione anticipata del personale dei gruppi consiliari”.
L’iter urgente e l’abolizione di un comma della legge, proprio quello che vieta che il personale che lavora negli uffici dei gruppi consiliari possa essere coniuge o convivente more uxorio di uno dei consiglieri regionali in carica, aveva fatto gridare allo scandalo. Al punto da rendere necessario l’intervento del presidente del Consiglio, Piero Comandini. Che precisa. «Non è stata eliminata la previsione per cui il personale che opera presso i gruppi consiliari, sia nelle forme del comando che con contratto a tempo determinato, non possa essere coniuge o convivente more uxorio di uno dei consiglieri regionali in carica nella legislatura nella quale l’incarico è conferito, né avere con questi un grado di parentela o di affinità entro il quarto grado. Il divieto resta. La soppressione, prevista dalla lettera b del comma 7 dell’articolo 2 della legge appena approvata dall’Assemblea, è scaturita da un’esigenza di maggiore chiarezza normativa».
In sintesi la disposizione soppressa era presente in due commi diversi della legge. Era un doppione insomma. Necessario cancellarne uno. «Il divieto – precisa Comandini – è ora contenuto unicamente nel comma 7 quinquies dell’articolo 9 della Legge regionale numero 2 del 2014, così come modificata dall’articolo 2, comma 8 della nuova legge. Per cui sia i dipendenti in comando che quelli assunti a tempo determinato non possono essere coniugi o conviventi more uxorio di uno dei consiglieri regionali in carica nella legislatura nella quale l’incarico è conferito, né avere con questi un grado di parentela o di affinità entro il quarto grado». (se.lu.)