La Nuova Sardegna

Lavoratori stagionali

Il titolare del ristorante Gentedimare: «Offro tremila euro al mese per un aiuto cuoco ma non trovo nessuno»

Il titolare del ristorante Gentedimare: «Offro tremila euro al mese per un aiuto cuoco ma non trovo nessuno»

Gianluca Fasolino: ««Quando qualcuno mi scrive, nella maggior parte dei casi neanche si presenta ma subito parte con la domanda “Che orari devo fare?”»

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Golfo Aranci Gianluca Fasolino, titolare con il fratello Antonio del ristorante “Gentedimare”, non ha fatto troppi giri di parole. Nel suo post di facebook è stato breve e completo: «Stiamo cercando un aiuto cuoco solo la sera 3k al mese». Dove la kappa sta a indicare le migliaia. Sì, stipendio garantito da tremila euro per dare disponibilità in turni di mezza giornata. Dopo qualche giorno, la pesca è stata avara di soddisfazioni: «Mah... si sono presentati quattro scappati di casa, nessuno del mestiere». E il ristoratore golfarancino è convinto: «Potrei anche fare un altro post e aumentare a cinquemila, arriverebbe qualche chiamata in più ma dello stesso tenore».

Orari e paghe Tra aragoste e frutti di mare, il ristorante non ha bisogno di troppe presentazioni nella costa nord-est. A due passi dal porticciolo dei pescatori, è un luogo frequentato anche da molti vip in vacanza nell’isola. Ma se persino un ristorante rinomato come questo soffre la carenza di stagionali, l’allarme è serio. «Adesso in sala siamo a posto, mi servirebbe qualcuno bravo in cucina perché al momento sto dando una mano io – spiega Gianluca Fasolino – invece non trovo nessuno. E quelli che trovo, sono problematici». La cifra fa spavento: da inizio estate a oggi al “Gentedimare” sono passati e andati via circa «quindici dipendenti». Divergenze su orari, carichi di lavoro, rapporto con i clienti. «L’altro giorno ho preso un lavapiatti in più, ebbene ha fatto quattro ore e la notte stessa ha detto di non voler continuare. E ai lavapiatti diamo 2.000 euro, netti, con vitto e alloggio incluso».

Chi cerca lavoro Tutto è cambiato dal 2020, riflette Fasolino. Dopo il Covid il settore della ristorazione ha fatto fatica a trovare persone disposte a sudare davanti ai fornelli o con il vassoio in mano. Questione di soldi, sì, ma anche di tempo libero.

«Non penso di essere io il problema, alcuni dipendenti lavorano con me da 25 anni – sostiene –. Certo, siamo in piena stagione estiva quindi si lavora sette su sette, però solo la sera. Questa è stata una mia scelta, per lavorare meglio e perché le abitudini sono cambiate. La gente preferisce uscire a mangiare fuori per cena. L’orario? Dalle 17 fino a chiusura, ieri abbiamo finito all’una». Il locale in questo momento può arrivare a servire almeno 200 persone ogni sera. La stagione sta andando molto bene nei numeri. Va da sé che per chi è dall’altra parte diventi sinonimo di turni massacranti. Ma la paga è alta, fa notare il ristoratore. Come a dire: si tratta di uno sforzo che viene ripagato. Ormai è diverso anche il primo approccio, secondo uno dei due fratelli del “Gentedimare”. «Quando qualcuno mi scrive, nella maggior parte dei casi neanche si presenta ma subito parte con la domanda “Che orari devo fare?”. Mi è successo da poco». (paolo ardovino)

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