Incendi, sono i giorni più difficili. Cocco: «Quelli dolosi sono il 50%»
Il bilancio del direttore generale del Corpo forestale: 1290 roghi, in aumento quelli appiccati dall’uomo. Sono andati in fumo oltre 1650 ettari di superficie boschiva
Sassari In questi giorni la Sardegna sta vivendo il momento più difficile della stagione antincendio. Venerdì è stata la giornata peggiore in assoluto, con il vasto rogo di Villacidro che ha mandato in fumo oltre 600 ettari di superficie boschiva. Ma tra il 13 e il 17 luglio le fiamme hanno colpito duramente anche altre zone dell'isola: Sindia con 397 ettari bruciati, San Gavino Monreale con 350 ettari e Giave con 270 ettari. E gli allerta diramati dalla protezione civile per le condizioni meteo che favoriscono gli incendi si susseguono giorno dopo giorno. Fino ad oggi, tuttavia, è il mese di giugno quello in cui l'isola ha registrato il maggiore incremento di roghi rispetto alle medie degli anni passati.
«I bilanci si possono fare solo a fine stagione – afferma il direttore generale del Corpo Forestale di Vigilanza Ambientale Gianluca Cocco – ma devo dire che a giugno abbiamo avuto numeri molto preoccupanti. A maggio la situazione era stata abbastanza tranquilla, grazie alle precipitazioni più abbondanti rispetto all'anno scorso. Tuttavia, si è successivamente creata molta massa secca di vegetazione che, unita alle temperature elevate registrate nel mese successivo, ha portato a un incremento significativo dei roghi rispetto al passato». In totale, fino ad oggi si sono verificati 1290 incendi, per una superficie boschiva bruciata di 1650 ettari, a cui si aggiungono altri 5800 ettari di superficie non boschiva attraversata dalle fiamme. Per un confronto: l'anno scorso, alla data del 24 luglio, gli incendi erano stati 1176 ma con un interessamento di superficie boschiva di poco più di mille ettari.
I numeri variano quotidianamente e a fare la differenza è quel 2% di roghi di vaste proporzioni. «La stragrande maggioranza riusciamo a spegnerla rapidamente – spiega Cocco – ma in altri casi, quando l'origine è dolosa o quando è colposa ma parte dal bosco, l'intervento avviene quando l'incendio si è già espanso e non basta l'opera degli uomini a terra, a volte nemmeno l'elicottero». A Villacidro si è verificato l'evento che ha richiesto il maggiore sforzo da parte di tutta la rete antincendio regionale. «Abbiamo dovuto impiegare dieci mezzi aerei e siamo riusciti a contenere i danni, che comunque sono stati pesanti, soprattutto per le aziende agricole. Nella stessa giornata si sono verificati altri 30 roghi, di cui ben 7 hanno richiesto l'intervento di mezzi aerei».
Rispetto agli anni scorsi si registrano molti più incendi seriali. «Abbiamo trovato anche cinque o sei inneschi nella stessa giornata – afferma il direttore generale –. Sulle cause, possiamo dire che circa il 50% sono di natura dolosa. I motivi sono i più svariati: vendette, segnali lanciati alle istituzioni, piromani, persone con una vera e propria patologia che innescano gli incendi per poi essere tra i primi ad andare a spegnerli». Gli incendi colposi hanno origini altrettanto diverse: «C'è chi cerca di ripulire i terreni con il fuoco, nonostante in questo periodo sia severamente vietato, e non riesce a controllare le fiamme. Poi ci sono le lavorazioni edili in campagna con attrezzi che generano scintille, ma anche i campeggiatori incauti». Sui comportamenti da osservare per limitare questa piaga, l'indicazione è chiara: «Prima di tutto bisogna attenersi a quanto previsto dalla legge sul divieto di abbruciamenti in questa stagione. Poi c'è il consueto invito a Comuni e privati a ripulire dall'erba secca terreni e cunette». La macchina della rete antincendio, secondo Gianluca Cocco, è comunque adeguata: «A breve si aggiungeranno altri due elicotteri, uno a Oristano e l'altro a Iglesias. Avremo così a disposizione 17 mezzi aerei, oltre a tutto il personale a terra sempre pronto a intervenire».