Tredicesima, niente detassazione e sfuma il bonus di Natale
In manovra non c’è traccia del taglio Irpef sulla tredicesima mensilità
Nessuna detassazione, nessun bonus: anche nel 2025 la tredicesima sarà pienamente tassata. Lo conferma il Documento programmatico di bilancio (Dpb) inviato a Bruxelles, che non prevede né il taglio dell’Irpef sulla mensilità natalizia né il bonus una tantum da 100 euro introdotto lo scorso anno per i lavoratori con figli a carico e redditi sotto i 28mila euro.
Nel testo, non c’è traccia delle due proposte spinte da Forza Italia: la totale esenzione Irpef sulla tredicesima o una tassazione agevolata al 10%, simile a quella prevista per i premi di produttività. Entrambe le ipotesi, però, si sono scontrate con la mancanza di coperture: secondo le stime, il costo della misura avrebbe sfiorato i 15 miliardi di euro, considerato insostenibile per una manovra da appena 18 miliardi complessivi. Il governo ha scelto una linea di rigore finanziario, privilegiando interventi strutturali come il taglio dell’Irpef ordinaria, spese per la sanità e sostegno alle famiglie, a scapito di misure definite “spot”. Una decisione che ha creato malumori nella maggioranza, soprattutto tra le fila di Forza Italia, ma che ha trovato il pieno appoggio del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti.
Quanto si perde senza bonus e detassazione?
Le simulazioni parlavano di incrementi netti fino a 1.200 euro per i redditi alti in caso di esenzione totale, o fino a 870 euro in caso di aliquota agevolata al 10%. Ora, invece, tutto resta come nel 2023: tredicesima tassata per intero, senza detrazioni, gravata da Irpef e contributi previdenziali, con un netto più leggero rispetto allo stipendio mensile ordinario.
L’unica possibilità di cambiamento resta legata agli emendamenti parlamentari durante l’iter della legge di bilancio. Al momento, però, nessuna proposta in discussione riguarda la tredicesima.