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Politica regionale

Rimpasto in giunta: i Progressisti vogliono Luciano Uras, gelo della presidente

Rimpasto in giunta: i Progressisti vogliono Luciano Uras, gelo della presidente

Il cambio è per il posto di assessore all’Agricoltura: sfiduciato Gianfranco Satta

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Cagliari Più che un rimpasto sembra un gioco di ruolo, dove ciascuno interpreta un personaggio con un copione già definito: c’è il guastatore, la vittima sacrificale, l’arbitro, il disponibile, il finto disinteressato. E come tutti i giochi di ruolo non si sa ancora chi alla fine prevarrà. Così è quello che sta succedendo per un cambio in giunta che doveva essere sereno e rapido, ma che rischia di complicarsi.

Il cambio si riferisce alla casella della Agricoltura, e in teoria doveva riguardare solo un avvicendamento tra uscente ed entrante espressi dai Progressisti. L’uscente è Gianfranco Satta, eletto in Consiglio nel collegio di Sassari con 2381 voti. Dai suoi è considerato un “corpo estraneo”. Non lo vogliono in giunta e lo dicono pubblicamente. «Non ci rappresenta». Silenzio sulle ragioni politiche di questa sfiducia. Il problema è che per sostituirlo bisogna convincere la Todde che una sostituzione si possa fare subito e bene.

I Progressisti non hanno presentato una rosa di nomi alla presidente, ma un nome secco: l’ex senatore Luciano Uras, già consigliere regionale per due legislature con Rifondazione, già direttore dell’Agenzia per il Lavoro, storico collaboratore, prima di una clamorosa e dolorosa rottura dell’ex dirigente del Pci Luigi Cogodi. Uras è un nome di peso per i Progressisti. Ne è, insieme al sindaco di Cagliari Massimo Zedda, il più autorevole dirigente. Dalla sua ha una conoscenza approfondita della macchina regionale e una riconosciuta capacità di governo. Il punto è che la presentazione della candidatura di Uras alla Todde non è avvenuta per via formali ma indirettamente. E che su Uras da parte degli ambienti vicini alla presidente sia stato posto un altolà che somiglia moltissimo a un veto.

La ragione è politica: l’eventuale assessore sarebbe ben più che un elefante in una cristalleria, per il suo riconosciuto peso politico. E poi sarebbe una scelta a termine o per il resto della legislatura? Una nomina per sei mesi prima del vero rimpasto che potrebbe creare le condizioni per un ingresso in giunta dello stesso capogruppo dei Progressisti Francesco Agus? Per adesso c’è il fatto che la candidatura di Uras viene vista con perplessità dalla presidente e anche dagli altri partiti, anche il futuro dei Progressisti, partito a trazione cagliaritana che è riuscito però a far eleggere due consiglieri, a Sassari, lo stesso Satta e a Nuoro, Ivan Piras, è incerto, in Consiglio e fuori.

Se Satta venisse giubilato per volontà del suo partito, facile intuire l’addio al gruppo, e magari, dopo aver fatto calmare le acque nel Misto, l’avvicinamento al Pd. I Dem potrebbero tecnicamente mantenere vivo il gruppo dei Progressisti in Consiglio (ci vogliono tre onorevoli per costituirlo) “prestando” un loro consigliere, ma saranno i prossimi mesi a dire una parola chiara sui Progressisti, che informalmente hanno annunciato da mesi un loro congresso rifondativo che dovrebbe concludersi con la richiesta agli stessi Dem di un “patto federativo”, o una forma di coabitazione che li veda non organici ai Dem ma satelliti. Tutto ciò questo autunno. Questi fatti forse possono spiegare l’equivoco in cui sembra siano caduti i Progressisti e la stessa Todde. I primi dicono che la presidente ha garantito una sostituzione “entro pochi giorni”. La seconda parla di cambi dopo la finanziaria. L’equivoco porterà tensioni in maggioranza? Risposta a breve.(gcen)

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