Congedo parentale, si cambia: ecco tutte le novità
Si ampliano i tempi e le modalità anche in caso di malattia dei figli
La Legge di Bilancio 2026 porta con sé un pacchetto di misure che punta a rafforzare la tutela dei genitori lavoratori, ampliando i tempi e le modalità dei congedi parentali e dei permessi per la malattia dei figli. Una riforma che rientra nella strategia del governo per sostenere la natalità e favorire un equilibrio più stabile tra vita familiare e lavoro, soprattutto per le madri.
Congedi parentali fino ai 14 anni
Il primo cambiamento riguarda il congedo parentale, che potrà essere utilizzato fino al compimento dei 14 anni del figlio, due anni in più rispetto alla soglia attuale dei 12. È una modifica che riguarda non solo i genitori naturali, ma anche quelli adottivi o affidatari, introducendo una regola unica e più flessibile.
L’estensione si applica anche ai genitori di figli con disabilità grave, che potranno beneficiare del prolungamento di tre anni del congedo parentale fino al 14° anno di età. Oltre all’allargamento temporale, la novità include il riconoscimento dell’indennità economica per l’intero periodo previsto, rafforzando così la tutela anche sotto il profilo retributivo.
Più giorni per la malattia dei figli
Cambia anche il congedo per malattia dei figli. I giorni di assenza riconosciuti per ogni genitore raddoppiano: da cinque a dieci all’anno per ciascun figlio. E l’età massima entro la quale è possibile usufruirne passa da otto a dodici anni. Per i bambini sotto i tre anni, resta la possibilità di assentarsi senza limiti numerici, purché i genitori si alternino.
Il raddoppio dei giorni disponibili è un intervento che tiene conto della realtà quotidiana di molte famiglie, dove la gestione delle assenze scolastiche per malattia ricade spesso in modo squilibrato sulla madre o su chi lavora con maggiore flessibilità. Con la nuova norma, entrambi i genitori avranno una maggiore possibilità di condivisione effettiva dei carichi di cura.
La riforma
Le modifiche introdotte con la manovra economica non rappresentano soltanto un ampliamento dei benefici, ma un cambio di prospettiva: il lavoro e la genitorialità vengono considerati non più in contrasto, ma come dimensioni da conciliare attraverso strumenti concreti.
La proroga dei congedi e l’aumento dei giorni per la malattia dei figli vanno in questa direzione, rafforzando la possibilità di mantenere stabile la partecipazione al lavoro, soprattutto per le donne, e promuovendo una distribuzione più equilibrata delle responsabilità familiari.
Il messaggio politico è chiaro: sostenere chi sceglie di avere figli non solo con bonus o incentivi economici, ma con il tempo necessario per prendersene cura.
