Armi, droga e rapine: le inchieste in cui sono già coinvolti gli arrestati della banda dei portavalori
Due di loro facevano parte di un’associazione a delinquere che voleva rubare le salme di Pavarotti ed Enzo Ferrari, un altro è coinvolto nell’indagine Monte Nuovo
Sassari Alcune delle sette persone sottoposte a misura cautelare questa mattina 4 novembre nell’ambito dell’inchiesta sugli assalti ai portavalori, erano già ben note alle forze dell’ordine. Droga, armi, estorsioni e rapporti oscuri con i colletti bianchi.
Gli arrestati sono Michele Carta di Siniscola, Riccardo Mercuriu di Mamoiada, Peppino Puligheddu, Antonio Saccheddu, Alessandro Dessolis, Pasquale Musina e Giovanni Piras di Orgosolo.
Peppino Puligheddu, 1965
Di Orgosolo, era indagato nell’ambito dell’inchiesta dei carabinieri sul traffico di armi e droga chiamata “Tutti Innocenti”. Puligheddu, era accusato di aver acquistato armi di illecita provenienza. L’inchiesta dei militari, coordinati dalla Dda di Cagliari, risalente a diversi anni fa, aveva portato all’arresto di 26 persone, tra residenti in Sardegna e nel nord Italia, per un totale di 34 misure cautelari, compresi dunque gli obblighi di dimora. La banda programmava fra l’altro di rubare la salma di Enzo Ferrari, dal cimitero di Modena, a scopo di estorsione e si ipotizza anche quella di Luciano Pavarotti.
Pasquale Musina, 1976
Anche lui di Orgosolo, era stato condannato a 8 anni nella stessa inchiesta che ha coinvolto Puligheddu. Anche Musina faceva parte della banda che voleva sequestrare le salme di Pavarotti e Ferrari. La banda era accusata di traffico d’armi e stupefacenti. L'associazione criminale, specializzata nella droga e nelle armi aveva diramazioni nel Nord Italia.
Riccardo Mercuriu, 1995
Di Mamoiada, era già ben noto alle forze dell’ordine ed era già finito in carcere per il suo coinvolgimento nell’inchiesta “Monte nuovo”. Mercuriu, secondo la direzione distrettuale antimafia di Cagliari - che coordina l'inchiesta le cui indagini sono affidate al Ros dei carabinieri - faceva parte di un'associazione di tipo mafioso finalizzata per il compimento di vari reati: dalla droga alla corruzione. Gli imputati sono 34, tra loro l'ex assessore regionale della giunta Solinas Gabriella Murgia, il rettore dell'Università di Sassari, Gavino Mariotti, e il primario del reparto di Terapia del dolore dell'ospedale Binaghi di Cagliari, Tomaso Cocco. Non solo colletti bianchi nell’inchiesta che ha scosso la Sardegna, ma anche esponenti storici e no della malavita locale.
Alcuni degli altri arrestati hanno alle spalle altre vicende legate al traffico di droga o a furti di mezzi agricoli.
