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Allarme sicurezza

In Sardegna più di 100mila cinghiali: «Sono pericolosi, incidenti in aumento» – Parla l’esperto

di Paolo Ardovino
In Sardegna più di 100mila cinghiali: «Sono pericolosi, incidenti in aumento» – Parla l’esperto

Intervista con Andrea Sarria, il presidente dell’Ordine dei veterinari del Nord Sardegna

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Sassari Alcuni paesi e città dell’isola lo sanno da tempo. Da anni. C’è una vera invasione di cinghiali tra mare e montagna. «Nel giro degli ultimi sette anni sono raddoppiati» tanto che, da una stima autorevole, oggi si contano «almeno centomila» cinghiali in tutta la Sardegna. Un pericolo «per l’uomo» ma anche «per fauna e biodiversità».

Non è un appello allarmistico, è il parere di Andrea Sarria, presidente dell’ordine dei medici veterinari del Nord Sardegna. Si trova a commentare a margine il tragico incidente che ha coinvolto Ciriaco Meloni, a bordo della sua auto ieri notte ha travolto un cinghiale e per l’impatto è finito fuori strada e ha perso la vita. In estate i cinghiali sono diventati protagonisti dei video sui social mentre piombavano tra gli asciugamani dei vacanzieri in spiaggia, alla ricerca di cibo. E poi i comitati di quartiere nati proprio per chiedere le gabbie contro questi animali sgraditi. Attraversano le strade di notte. «In questo caso l'epilogo è drammatico, ma sono molto frequenti gli incidenti stradali con cinghiali», spiega.

Dottor Sarria, sembra che in Sardegna ci siano molti più cinghiali rispetto a qualche tempo fa, è così?
«In poco tempo, posso dire negli ultimi sette anni, sono raddoppiati. Ormai ne contiamo più di centomila. Il vecchio cinghiale cosiddetto formichiere, quello sardo per intenderci, non aveva una grande capacità riproduttiva, ma con l’incrocio con il suino domestico è notevolmente aumentata».

Perché frequentano i centri urbani?
«Per via della grande disponibilità di alimenti che trovano. E poi non hanno più dei competitor, se non l’uomo stesso, che gli dà fastidio. Qualche tempo fa ho visto un filmato nella zona dell’istituto Canopoleno, a Sassari. Nel video c’erano delle persone che davano da mangiare ad alcuni cinghiali. Ecco, è chiaro che tutto questo porta ai loro continui avvicinamenti».

È rischioso dar loro da mangiare?
«Non solo, alimentare questi animali selvatici è vietatissimo dalla legge nazionale».

Alcuni Comuni, come quello di Olbia e Santa Teresa di Gallura, o il Parco nazionale della Maddalena, hanno avviato dei grandi piani di cattura e abbattimenti.
«Grazie all’intervento delle Province e della forestale, ora abbiamo a che fare con un controllo selettivo, che ci permette di agire meglio. L’animale adesso sta entrando nelle proprietà private e nei giardini delle abitazioni, ed è comprensibile la paura. Oltre ai danni alle colture, ci sono situazioni che possono diventare subito pericolose, come una mamma cinghiale che, con la sua nidiata, diventa iperprotettiva».

Si verificano tanti incidenti con la dinamica di quello che ha coinvolto il medico di Bitti?
«Purtroppo non sorprendono. Questo ha avuto un risvolto drammatico, sono molto dispiaciuto. In generale sì, gli incidenti sono molto frequenti».

La forte presenza di cinghiali è una minaccia solo per l’uomo?
«No, anche per la fauna, e penso alle specie protette. Proprio per la capacità di questo animale nello scavare, sradica piante dal terreno e in questo modo viene minata la biodiversità».

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