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Il caso

Sassari, 16enne arrestato per estorsione: «Dammi i soldi o ti ammazzo»

di Nadia Cossu
Sassari, 16enne arrestato per estorsione: «Dammi i soldi o ti ammazzo»

La vittima era un 17enne: terrorizzato doveva consegnare centinaia di euro ogni mese e, finiti i soldi, aveva dovuto chiedere aiuto alla madre

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Sassari A un certo punto, non riuscendo più a onorare il debito mensile, è stato costretto a rivolgersi alla madre. Le richieste di denaro di quel sedicenne erano sempre più pressanti e le minacce di morte che le accompagnavano rendevano le sue notti insonni. È stato il personale della squadra mobile di Sassari a mettere fine a una brutta storia che ha avuto come protagonisti due minorenni: l’estorsore di 16 anni e la vittima di 17. Una vicenda che ha acceso i riflettori sulla pericolosa diffusione di episodi di prevaricazione tra giovanissimi.

Nei giorni scorsi la polizia, con il coordinamento della Procura per i minorenni di Sassari, ha arrestato in flagranza di reato il sedicenne. Secondo quanto accertato dagli investigatori della Mobile, al comando del dirigente Michele Mecca, il giovane avrebbe costretto la vittima a consegnargli somme di denaro con cadenza mensile, minacciandolo di gravi conseguenze in caso di rifiuto. Ogni volta un versamento di centinaia di euro.

Le pressioni e le intimidazioni sarebbero andate avanti per mesi, fino a diventare insostenibili. Il ragazzo, terrorizzato e senza più soldi, era stato costretto a rivolgersi alla madre che gli aveva dato il denaro necessario, preoccupata per il crescente stato di ansia del figlio. Fino a quando il personale della squadra mobile, venuto a conoscenza della situazione e delle vessazioni subite dal ragazzo, ha deciso di predisporre un servizio di osservazione per documentare l’incontro tra i due giovani. Quando la vittima ha consegnato la somma richiesta, i poliziotti sono intervenuti prontamente, bloccando l’estorsore e recuperando il denaro appena ricevuto. Il sedicenne è stato quindi accompagnato al Centro di prima accoglienza di Sassari a disposizione dell’autorità giudiziaria minorile.

Un episodio che ha destato forte preoccupazione in città non solo per la gravità dei comportamenti ma anche perché testimonia come dinamiche di sopraffazione e violenza possano radicarsi già tra i più giovani, spesso nel silenzio e nella paura. Come quella provata dal 17enne che per troppo tempo ha assecondato il suo aguzzino, persino più giovane di lui ma evidentemente già ben “strutturato” come criminale. L’aver finito il denaro potrebbe esser stata paradossalmente la sua salvezza perché il 17enne non ha più potuto tenere per sé quello che stava accadendo e il resto lo hanno fatto gli investigatori.

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