Silvio Lai, Pd: «Sosteniamo la presidente Todde ma l’interim della Sanità sia rapidissimo»
Parla il segretario regionale del Pd: «È indispensabile un cambio di passo immediato Noi crediamo che Abbanoa gestita dai Comuni debba gestire la risorsa acqua»
Si getta nelle sabbie mobili della giunta Todde senza paura. Con il giubbotto zavorrato di segretario del Pd. Silvio Lai cerca di mettere ordine nel caos Campo largo e prova a spiegare quali saranno le mosse nei prossimi mesi dei Dem.
Il Pd condivide la scelta della governatrice Alessandra Todde di sollevare Armando Bartolazzi da assessore e assumere lei l’interim della Sanità?
«Di sicuro la governatrice con questa scelta assume una responsabilità importante. Unire al peso della presidenza anche l’interim dell’assessorato più complicato diventa difficile da portare avanti. Confido che il tempo dell’interim sarà brevissimo. Se non sbaglio la governatrice ha parlato di febbraio. Lei ha il nostro sostegno, ma a febbraio ci dovrà essere un momento di revisione complessiva sulla sanità. Non si possono affrontare le sfide così importanti che abbiamo sulla sanità se non con professionalità elevatissime e senza guardare alle appartenenze, vale per la governance regionale, assessorato e Ares, vale per le Aziende sanitarie».
Mi pare che la sanità sia in questo momento il punto più dolente di questa legislatura. Quello in cui si affrontano le maggiori difficoltà.
«Il punto è che dalla passata legislatura abbiamo ereditato un disastro. A questo si deve aggiungere che la Sardegna ha una conformazione orografica unica ed è molto complesso organizzare una rete sanitaria efficiente. A questo si deve aggiungere che nonostante il numero di medici pubblici più alto in Italia per numero di abitanti, i risultati del nostro sistema di assistenza sono bassissimi. I motivi sono diversi. Per prima cosa la scelta errata della passata legislatura di svuotare gli ospedali piccoli e medi e di imbottire di medici i poli di Sassari e Cagliari. È crollata l’assistenza nei territori, e nei grandi centri i troppi medici non avevano mezzi, strumenti e locali per dare vita a un sistema efficiente. Dobbiamo partire da ripensare questo sistema».
Mi scusi, ma perché questo lo dice ora? Avete avuto del tempo per riorganizzare la sanità, ma mi pare abbiate privilegiato più le poltrone che i posti letto.
«Diciamo che il primo anno è stato perduto dietro logiche di difesa della legislatura, che non ci hanno permesso una reale riorganizzazione della sanità distrutta dalle logiche clientelari della precedente giunta. Ma io sono convinto che i manager siano essenziali nella sanità. Ma devono essere guidati dalla politica nelle scelte. Se come in passato gli viene consentito di spendere senza una direzione e un obiettivo i risultati saranno pessimi».
Ma secondo lei il prossimo assessore dovrà essere un politico o un tecnico? E dovrà essere del Pd?
«Non mi interessa il partito, dico che deve essere bravo e competente. Un esperto nella organizzazione della sanità territoriale e dei sistemi ospedalieri»
Come sono i rapporti tra governatrice e Pd? E tra Pd e 5 Stelle?
«Con Alessandra sono. Lei guida la nostra coalizione con il nostro sostegno. In questi giorni ci sono state occasioni di confronto interno ma non riguardano la strategia e gli obiettivi che sono condivisi e sottoscritti nel programma di governo. I rapporti con i 5 stelle sono tipici di due forze politiche che stanno insieme da poco tempo. Ma per noi è importante tutto il campo largo, che non è stato costruito per dire sempre sì, ma per condividere responsabilità, discutere, trovare soluzioni comuni sapendo che si tratta di uno spazio politico nuovo unito da un comune sentire progressista e un duro giudizio sulla giunta precedente. Se non ci fosse confronto, stabile e costante, non sarebbe una coalizione».
È sicuro, eppure su Egas e Abbanoa mi sembra esserci poca armonia.
«Il tema dell’acqua è delicato. Per noi la gestione deve essere pubblica, con una società, Abbanoa, di proprietà dei Comuni. E in questo senso anche l’autorità d’ambito deve avere coerenza e seguire quelle che sono le linee del centrosinistra, non le logiche del centrodestra. Sui temi dell’acqua il centrosinistra ha sempre scelto di privilegiare una gestione pubblica e misurata del bene acqua, il centrodestra no. Noi crediamo che si debba fare di tutto perché la società di gestione dell’acqua sia di proprietà dei comuni, il centrodestra no. Noi siamo dalla parte del progetto proposto dall’attuale Cda di Abbanoa, il centrodestra in consiglio regionale no. Quello che non può accadere è una via di mezzo: una scelta calata dall’alto o costruita fuori dal perimetro della maggioranza. Perché un ente così importante decide tariffe, investimenti, servizi essenziali per i cittadini: non è una casella da occupare».
Serve un cambio di passo in Regione?
«Lo dice la presidente per prima. Fino a ora la questione della decadenza ha portato a un certo rallentamento. Ora possiamo andare più rapidi. A febbraio faremo il punto della situazione».
Sarà rimpasto?
«Mi sembra che lo abbia detto la governatrice. Ora dobbiamo concentrarci sulla approvazione entro la fine dell’anno della legge di Bilancio. È fondamentale. Poi penseremo alle priorità per il 2026».
Per il Pd quali sono le priorità?
«Mi ripeto, di sicuro la sanità. Poi l’accelerazione nella spesa della grande quantità di investimenti europei a disposizione. Dobbiamo poi snellire la macchina burocratica. Un impresa non si deve rivolgere a quattro assessorati per avere il sostegno alle proprie attività. C’è poi un altro tema da affrontare con grande urgenza è la continuità territoriale marittima. Scade nel 2026 e il governo ne deve dare la gestione alla Sardegna, così come è accaduto per quella aerea. In questo momento sono le aziende sarde e i consumatori dell’isola a pagare la tassa sull’inquinamento, Ets, prodotta dai traghetti che collegano l’isola. Un paradosso. Una tassa che ci mette fuori mercato. Il superamento di questa situazione di incertezza e ingiustizia è una delle priorità che dobbiamo avere come coalizione che guida la Sardegna».
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